Novavax contiene degli aggregati di proteine molto simili alla proteina Spike del Sars-Cov-2, responsabile della malattia Covid. A questi aggregati viene aggiunta una sostanza che aumenta la risposta immunitaria in modo da produrre quegli anticorpi che sono utili nel prevenire la malattia nel caso in cui si venisse a contatto con il virus. È un vaccino simile a quelli tradizionali e diverso da quelli a mRNA come Pfizer e Moderna. L’efficacia, dopo la seconda dose che va effettuata a distanza di 21 giorni dalla prima, è del 90,4%.
“Novavax è indicato per l’immunizzazione attiva per la prevenzione di covid-19 in soggetti di età pari o superiore ai 18 anni. Viene somministrato per via intramuscolare con ciclo di due dosi da 0,5 mL ciascuna. Si raccomanda di somministrare la seconda dose tre settimane dopo la prima” – si legge nella comunicazione diffusa dal Ministero.
Non è previsto, al momento, il cosiddetto mix di vaccini in quanto “non ci sono dati disponibili sull’intercambiabilità di Nuvaxovid con altri vaccini per il completamento del ciclo vaccinale primario”. Per tale motivo i soggetti che hanno ricevuto la prima dose dovranno ricevere la seconda dose dello stesso vaccino.
“La durata della protezione del vaccino non è nota in quanto ancora in via di determinazione nelle sperimentazioni cliniche in corso. La protezione potrebbe non essere completa fino a 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose. Come per tutti i vaccini, la vaccinazione con Nuvaxovid potrebbe non proteggere tutti i soggetti vaccinati” – si sottolinea.
Quanto agli effetti indesiderati: “E’ stata osservata un’incidenza più elevata di reazioni avverse nei gruppi di soggetti più giovani: l’incidenza di dolorabilità in sede di iniezione, stanchezza, mialgia, cefalea, malessere, artralgia, nausea o vomito”. Fenomeni di entità lieve destinati a scomparire nel giro di uno o due giorni.