Cosa succede se la Russia blocca le forniture di gas all’Italia: gli scenari possibili
Mar 09, 2022 - Veronica Ronza
A seguito dei recenti conflitti, non è esclusa la possibilità che la Russia possa bloccare le forniture di gas in Italia, avendo inserito l’intero territorio all’interno della lista dei paesi ostili. Uno studio condotto dalla Fondazione Eni-Enrico Mattei, tramite una simulazione, ha analizzati i possibili scenari conseguenti ad una decisione del governo russo di ‘chiudere i rubinetti’.
Russia e ipotesi blocco forniture del gas in Italia
Attraverso l’utilizzo di specifici software di simulazione sono stati elaborati alcuni scenari energetici per capire come l’Italia potrebbe gestire al meglio la possibile interruzione delle forniture. Lo studio innanzitutto mette in evidenza che pur massimizzando la produzione del carbone e sfruttando tutti gli altri impianti “il sistema gas si ritroverebbe a gestire comunque un ammanco di circa 9-10 miliardi di metri cubi”.
Ciò renderebbe necessaria l’introduzione di alcuni interventi di contenimento della domanda elettrica. Tra questi il lancio di misure di razionamento attraverso possibili ‘distacchi programmati’ che si tradurrebbero in black out e/o tagli alle erogazioni di gas per uso industriale e civile. La crisi avrebbe impatti importanti anche sul prezzo del gas, già in costante aumento.
L’Italia è nella lista dei paesi ostili alla Russia: le conseguenze
“Prezzi altissimi e razionamento necessario della domanda potrebbero portare a una forte contrazione del PIL che, a sua volta, ridurrebbe la domanda energetica e quindi la necessità di disporre di ulteriore gas” – si sottolinea nelle conclusioni del report.
Non mancano, tuttavia, una serie di soluzioni. Oltre alla risorsa del carbone, con l’attivazione di alcune centrali, si potrebbe sopperire alla mancanza del fornitore russo aumentando le esportazioni in Algeria, Qatar e Libia. Altro obiettivo, più impegnativo, è quello di incrementare la produzione nazionale e lo stoccaggio del gas. Anche gli Stati Uniti stanno cercando di diminuire la loro dipendenza energetica dall’Europa e potrebbero rivelarsi validi alleati.