E’ stato sottoscritto oggi, martedì 15 marzo, al Palazzo di Giustizia di Napoli “Alessandro Criscuolo”, nella Sala Biblioteca della Procura Generale della Repubblica a Napoli, dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, dal Procuratore Generale della Repubblica Luigi Riello e dall’Avvocato Generale della Repubblica Antonio Gialanella, con l’adesione di tutti i Procuratori della Repubblica del Distretto della Corte di Appello di Napoli, un protocollo d’intesa sull’importante tema dei trapianti d’organo.
Il protocollo mira ad ampliare la platea dei potenziali donatori, considerando anche l’amplio divario tra il numero di persone con gravi malattie in attesa di trapianto d’organo o di tessuti ed il numero di organi o tessuti disponibili. Inoltre si è così disciplinato il rapporto tra Autorità Giudiziaria ed Autorità Sanitaria con riguardo al prelievo di organi e tessuti in caso di decesso di potenziali donatori causato da eventi che possono costituire dei reati (ad esempio sinistri stradali, omicidi volontari, infortuni sul lavoro, responsabilità professionale) e anche il caso della morte di soggetti detenuti.
“Questo protocollo viene firmato dalla Procura Generale della Repubblica e dall’Avvocato Generale della Repubblica Antonio Gialanella e dal Governatore Vincenzo De Luca e da tutti i procuratori. – ha detto Luigi Riello – Stiamo per firmare il protocollo dei trapianti di organi, tessuti e cellule ideato dalla dottoressa Maria Grazia Focaccio. C’è una sorta di rifiuto culturale quando si parla di trapianti di organo. Non si pensa che ci possa essere un percorso limpido verso la vita”.
“Questo protocollo costituisce un momento di una lunga marcia iniziata nel 2009. – ha commentato Antonio Gialanella – La Regione Campania può andarne fiero. E’ il primo esempio a livello nazionale“.
“E’ un esempio straordinario, unico in Italia, tra sistema sanitario regionale e autorità giudiziaria – ha detto il Governatore Vincenzo De Luca. – E’ un tema delicato con barriere psicologiche che vanno superate da parte dei familiari. Il Covid ha ridotto in generale le donazioni di tutto, anche di sangue e anche i controlli“.
“10mila persone in Italia in liste d’attesa per i trapianti, – ha proseguito – e di queste 600 muoiono per non aver potuto ricevere l’organo in tempo utile per il trapianto. Proviamo ad immaginare la vita di chi aspetta il trapianto, un’attesa angosciosa“.
“Per queste procedure lunghe perdiamo vite – continua – una persona che dona gli organi può salvare una persona. Il protocollo va gestito ed occorre ci sia il supporto di tutti. Ma siamo molto fiduciosi sul successo che avrà questo protocollo. L’organo va espiantato entro certi tempi e quindi la gestione del tempo è decisiva “.
“Il protocollo è un segnale di solidarietà e aiuto verso queste persone che aspettano il trapianto. – continua De Luca – Prendiamolo anche come messaggio di pace verso un cessate il fuoco in Ucraina per bloccare il bagno di sangue“.