I cambiamenti climatici continuano a far sentire i propri effetti e proprio la città di Napoli, come rilevato dalle ultime statistiche dell’Istat su acqua, detiene il record del calo dei giorni di pioggia in Italia: sono 35 in meno in un solo anno. Un dato da tenere sotto controllo per il rischio di siccità.
“Nell’ultimo decennio osservato, il 2020, insieme al 2011, si presenta come uno degli anni meno piovosi
nei Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, per i quali si è registrata una precipitazione totale annua pari a 661 mm. Considerati i soli capoluoghi di regione, è possibile calcolare l’anomalia della precipitazione 2020 sul valore climatico 1971-2000 (CLINO) che si attesta in media su -91 mm” – si legge nel rapporto Istat.
Sono 15 le città che segnano anomalie negative ma è a Napoli che si registra il dato più alto di Italia (-439,6 mm) registrando 25 giorni in più rispetto alla media nazionale. Il capoluogo campano è seguito da Genova (-276,9), Catanzaro (-262,1), Firenze (-221,6) e Bologna (-211,9).
In più nel Mezzogiorno si rileva un maggior ricorso alle misure di razionamento nella distribuzione di acqua potabile con la riduzione o sospensione dell’erogazione idrica. Altro dato che vede il Sud in testa è quello relativo alle spese. Nel report, infatti, si evidenzia: “Le famiglie hanno speso in media 14,68 euro al mese per la fornitura di acqua nell’abitazione nel 2020, pari allo 0,6% della spesa complessiva per il consumo di beni e servizi. La spesa mensile delle famiglie risulta superiore alla media nazionale nel Mezzogiorno (17,48 euro) e al Centro (16,50 euro), inferiore al Nord (12,05 euro)”.