Cereali e grano, l’allarme dell’esperto del settore: “Con la guerra, covid e siccità in Italia scorte solo per un mese”
Mar 24, 2022 - Chiara Di Tommaso
Covid, siccità e guerra stanno minando notevolmente le risorse alimentari del Pianeta. In particolare a essere a rischio, soprattutto in Italia, è il mercato dei cereali e delle oleaginose. Le piante che producono quest’ultimo sono il girasole, il colza, il sesamo, l’arachide, il ravizzone, la senape, il ricino e il cartamo molto usati nel nostro Paese. Anche il clima influisce, basti pensare che a Napoli si è registrato quasi un mese di pioggia in meno rispetto all’anno passato.
CEREALI, MAIS E GRANO: SCORTE PER POCO
L’Ucraina e la Russia fornivano il 30% del surplus mondiale e ora con la guerra la loro produzione è venuta meno. Anche il mais, che in genere si semina in questo periodo dell’anno, non sarà quindi coltivato nelle zone di guerra diminuendo notevolmente la produzione. IlMessaggero ha intervistato Maurice Bensadon, direttore dell’ufficio italiano del colosso agroalimentare Viterra che ha lanciato l’allarme:
“In 38 anni che lavoro nel settore delle materie prime, non ho mai vissuto una situazione simile. L’Italia dipende dall’Ucraina (per circa il 30 per cento del fabbisogno) soprattutto per il mais, fondamentale nei mangimi animali. Ci troviamo in una situazione totalmente inedita, resa eccezionale dalla sovrapposizione di diversi fattori: siccità, Covid, guerra. Globalmente potremmo dire che in Italia ci sono stock assicurati per non più di un mese per quanto riguarda materie alimentari cerealicole, mais, grano, orzo, grano tenero per i mulini“.
LE POSSIBILI SOLUZIONI
A rischio quindi mais, grano e cereali. Un’altra parte del grano arriva in Italia dal Canada ma altri paesi europei stanno rispondendo alla crisi diminuendo l’esportazione verso paesi terzi e mantenendo le risorse quindi all’interno della propria nazione. Il dirigente spiega anche quali potrebbero essere le possibili soluzioni:
“In questo momento vedo due possibilità per far fronte alla tensione sul mercato dei cereali: o limitare la produzione di bioenergia, come etanolo o biogas, che si fa a partire da materie prime agricole, o ammorbidire i criteri su Ogm e pesticidi, che ci consentirebbe di aumentare l’importazione da paesi come Usa e Argentina. Sono due misure eccezionali, per far fronte alla crisi“.