Dopo più di un mese di guerra, sui possibili accordi di pace, si fa strada l’ipotesi della futura neutralità dell’Ucraina nel caso di un accordo con la Russia. In tal modo il Paese guidato da Zelensky rinuncerebbe all’ingresso nella Nato ma l’accordo risulterebbe possibile soltanto in presenza di garanzie adeguate a livello internazionale.
La richiesta della delegazione di Kiev è quella di conferire all’Ucraina uno status neutrale, ponendo fine alle ostilità con la Russia, ma solo se Paesi terzi forniranno garanzie di sicurezza vincolanti al Paese, offrendo assistenza in caso di attacchi armati.
Oltre ai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Cina e Russia) la proposta è quella di estendere il gruppo dei Paesi garanti coinvolgendo anche Italia, Turchia, Israele e Germania.
Ma cosa succederebbe in caso di una violazione o minaccia all’integrità dell’Ucraina per i Paesi Garanti? Di certo non scatterebbe la guerra, così come chiarito da fonti qualificate all’Adnkronos, ma sarebbero previsti una serie di passaggi. In primo luogo i garanti sarebbero tenuti a consultarsi per poi avviare una valutazione dei fatti ed inviare un’informativa al Consiglio di sicurezza dell’Onu per eventuali deliberazioni. Infine l’iter si concluderebbe con la messa in atto delle misure del Consiglio per far rientrare la minaccia.
Se il vertice di emergenza non si rivelerebbe risolutivo, i Paesi garanti sarebbero tenuti ad offrire armi e assistenza all’Ucraina. In più quest’ultima si impegnerebbe anche a sospendere le esercitazioni militari senza il consenso dei Paesi garanti della sua sicurezza, Russia compresa.