Il Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è intervenuta nel question time alla Camera dei Deputata che si è tenuto oggi. La titolare del Viminale è stata interrogata dall’onorevole Davide Galantino di Fratelli d’Italia sulla questione sicurezza, rapportata in particolare alla recridescenza di fenomeni criminosi attribuibili alle cosiddette baby gang. Galantino ha accusato la ministra Lamorgese: “Lei declassa donne e uomini addestrati per contrastare crimini di alto rilievo a controllare un inutile certificato verde mentre nell’ordine di priorità lei dovrebbe cercare di contrastare crimini peggiori, non i cittadini che escono a svagarsi con la famiglia o con gli amici”.
A tal proposito Luciana Lamorgese ha riferito degli obiettivi raggiunti a Milano, città dove l’emergenza al momento è più pressante. Il fenomeno baby gang nel capoluogo lombardo è molto preoccupante e numerosi sono i reati e le violenza. A Napoli, invece, si vuole evitare che vengano raggiunti gli stessi livelli: “Attenzione è stata riservata anche a Napoli – ha dichiarato la ministra Lamorgese – città interessata da episodi di delinquenza minorile. Il capoluogo campano potrà contare anche su consistenti integrazioni di personale delle forze di polizia”.
Luciana Lamorgese si recherà a Napoli nei prossimi giorni per incontrare il Prefetto e probabilmente anche Gaetano Manfredi. Il sindaco, nella giornata odierna, ha parlato della necessità di stabilire degli strumenti di prevenzione affinché alla camorra sia impedito di infiltrarsi negli appalti finanziati con i fondi del Pnrr. “Venerdì ci sarà anche il Ministro dell’Interno a Napoli – ha dichiarato Manfredi – con cui ci stiamo confrontando. È molto importante che queste procedure vengano messe in campo proprio perché tra poco partiremo con le gare, visto che si stanno completando le progettazioni. Questa è una grande criticità, non ci possiamo permettere nessun rischio di infiltrazione, però per far questo abbiamo bisogno di strumenti straordinari proprio perché poi è anche difficile in alcuni casi riuscire a discriminare le imprese sane da quelle che potrebbero essere infiltrate. Da questo punto di vista non abbiamo strumenti efficaci, se non un’azione di coordinamento forte che deve essere messa in campo da Prefettura e Ministero dell’Interno”.