E’ stata soprannominata Xe la nuova variante del Covid attualmente all’attenzione degli esperti che hanno reso note le prime stime relative al livello di contagiosità, all’analisi dei sintomi e dell’impatto sulla protezione offerta dai vaccini.
Il nuovo ceppo si rivelerebbe un mix di Omicron 1 e 2 ma, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, potrebbe risultare più contagiosa del 10% rispetto a BA.2 (Omicron 2). Fino a quando, tuttavia, non saranno delineate differenze significative nella trasmissibilità e nella gravità sarà comunque considerata come variante appartenente al gruppo Omicron.
Come sottolineato dagli esperti, nonostante il rischio di una maggior contagiosità, al momento non c’è motivo di allarmarsi. In più un elevato tasso di trasmissione, come già accertato in precedenza, non sempre si accompagna ad una maggior aggressività: Xe, dunque, potrebbe causare una malattia anche meno grave rispetto ai ceppi originari.
Al momento, come confermato all’Adnkronos da Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di virologia dell’ospedale Sacco di Milano, risulta ancora troppo presto per conoscere le caratteristiche di Xe e delineare con certezza i sintomi che la distinguono dalle altre. Trattandosi di una variante nata dal gruppo Omicron, tuttavia, dovrebbe riprenderne alcuni disturbi salienti: naso che cola, mal di testa e mal di gola, senso di stanchezza e malessere generale.
Il contagio con Xe, proprio come Omicron, potrebbe facilmente ‘bucare’ la protezione vaccinale. Il consigliere del ministro della Salute, Walter Ricciardi, ad ‘Agorà’ su Rai 3, ha spiegato: “La nuova variante sembra più contagiosa. Una persona che oggi ha 2 dosi non è praticamente vaccinata. Non sembra più letale ma genera un contagio enorme. Anche un soggetto guarito può reinfettarsi. Cominciano ad esserci anche soggetti che si reinfettano più di due volte”.