L’aumento di casi di epatite acuta nei soggetti in età pediatrica ha spinto l’ISS, Istituto Superiore di Sanità, a fare il punto della situazione. Intanto in Italia è stato segnalato un altro caso sospetto in una bambina di 8 mesi.
Diversi casi sospetti della patologia sconosciuta sono stati riscontrati anche nel nostro Paese. In particolare un bambino di 3 anni, residente a Prato, è stato ricoverato in gravi condizioni. Ad oggi, come rende noto l’Adnkronos, un ulteriore caso sospetto riguarda una bambina di 8 mesi. Attualmente si trova in ospedale ma le sue condizioni generali non sembrano preoccupanti.
Sulle possibili cause delle epatiti pediatriche l’Iss, tramite una nota, ha sottolineato: “Al momento nessuna delle teorie formulate sull’origine ha avuto un riscontro attraverso evidenze scientifiche. Inoltre ogni anno in Italia, come negli altri Paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta, e sono in corso analisi per stabilire se ci sia effettivamente un eccesso”.
“Le ipotesi iniziali del team di indagine nel Regno Unito proponevano una eziologia infettiva o possibile esposizione a sostanze tossiche. Informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni. Le indagini tossicologiche sono in corso, ma una eziologia infettiva sembra essere più probabile in base al quadro epidemiologico e clinico”.
Quanto all’eventuale collegamento tra casi registrati ed effetti dei vaccini anti-covid ha chiarito: “Al momento non ci sono elementi che suggeriscano una connessione tra la malattia e la vaccinazione, e anzi diverse considerazioni porterebbero ad escluderla. Nella quasi totalità dei casi in cui si è a conoscenza dello status i bambini colpiti non erano stati vaccinati. Inoltre l’ipotesi che sia un adenovirus a causare le epatiti, avanzata da qualche ricercatore, è di per sé improbabile, in quanto questo tipo di virus normalmente non è associato a malattie epatiche”.
“In ogni caso l’adenovirus contenuto nei vaccini a vettore adenovirale anti Sars-Cov-2 utilizzati in alcuni Paesi (in Italia AstraZeneca e Janssen), è geneticamente modificato in modo da non replicare nelle cellule del nostro organismo. Allo stato attuale delle conoscenze quindi, non sembrano biologicamente possibili i fenomeni di ricombinazione tra Adenovirus circolanti e ceppo vaccinale. Questi infatti presuppongono il rimescolamento di geni tra virus mentre questi si moltiplicano, ma questo non è possibile per il vettore utilizzato per la vaccinazione”.
L’epatite che colpisce i bambini, dunque, sembra essere di tipo infettivo mentre eventuali motivi scatenanti quali esposizioni a sostanze tossiche, viaggi, conseguenze dei vaccini anti-covid e adenovirus sarebbero da escludere. Trattandosi di una malattia emergente seguiranno ulteriori indagini.