Martedì 11 maggio si terrà la 67esima edizione dei David di Donatello. Un’edizione che vedrà Napoli in prima linea dato che sono due i film che hanno fatto incetta di candidature. Si tratta di “E’ stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino che ha ricevuto ben 16 nomination e “Qui Rido Io” di Mario Martone con 14 nomination. Saranno consegnati anche dei David Speciali, alcuni di questi già sono stati annunciati.
Un David andrà a Sabrina Ferilli, l’altro ad Antonio Capuano. È la pagina Facebook del premio cinematografico italiano a spiegare i motivi della consegna di questa statuetta al regista, scenografo e accademico italiano nato a Napoli:
“Antonio Capuano riceverà il David Speciale 2022 nel corso della 67ª edizione dei Premi David di Donatello.
“Il cinema di Antonio Capuano, celebrato anche nel film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, è allo stesso tempo irriducibile e intriso di poesia e immaginazione, di resistenza sociale, di immagini straordinarie, di memoria e utopia. Capuano, da sempre estraneo ai giochi industriali, vero outsider, sceneggiatore, regista, scenografo e pittore, ha saputo ritrarre Napoli e le ferite aperte di tutte quelle vite, ragazzi specialmente, in una terra travagliata quanto magica. In lui la realtà brucia, la cinepresa sublima. Un David Speciale, per un cinema davvero speciale e fuori norma”.
Antonio Capuano nasce a Napoli il 9 aprile del 1940. Attualmente è autore teatrale, televisivo e cinematografico e titolare della cattedra di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli. È proprio dall’incontro con Capuano che Sorrentino trae ispirazione per i suoi film, chiamandolo più volte maestro.
Come si legge sul sito della Napoli Film Accademy:
“Dopo una lunga gavetta in televisione come scenografo (tra le altre cose, la serie televisiva Sheridan, squadra omicidi), ha esordito nel mondo del cinema nel 1991 con il lungometraggio ‘Vito e gli altri’, un film sulla difficile vita dei bambini di strada a Napoli, vincitore della ottava edizione della Settimana Internazionale della Critica al Festival di Venezia. Ma il successo arriva nel (1996) con il film ‘Pianese Nunzio’. Il film narra la storia di un giovane chierichetto molestato dal parroco della sua chiesa. Nonostante i forti temi trattati, il film lo fa in maniera molto toccante tanto da ricevere forte apprezzamento da pubblico e critica. Successivamente dirige altri film come Polvere di Napoli (1998) e Luna Rossa (2001), che gli vale la Nomination Leone d’oro alla 58ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Un altro film di successo è La guerra di Mario (2005), con il quale Capuano vince il Premio dei critici al David di Donatello 2006. Dirige segmenti nei film collettivi L’unico paese al mondo (1994) e I vesuviani (1997) e, in seguito, i film Giallo? e L’amore buio“.