La Madonna di Kiev venerata a Mugnano: la storia che ha fatto il giro del mondo
Mag 02, 2022 - Serena Palumbo
Il ritratto della Madonna metropolitana di Kiev trova casa a Mugnano di Napoli. Tutto è nato lo scorso 26 febbraio 2022, quando il giornalista Foldes Andràs ha immortalato una giovane madre rifugiata nella metropolitana di Kiev allattare la sua piccola bambina.
Madonna di Kiev, la storia partita da una foto
Tra i tanti scatti che hanno immortalato attimi tragici della guerra in Ucraina, questa foto ha rievocato nel cuore e nella memoria di molti un parallelismo con l’immagine e il vissuto della Madonna: come Maria scappava dalla guerra e dalla devastazione inflitta da Erode, crescendo e salvaguardando suo figlio Gesù, così questa giovane donna scappa dalla minaccia delle truppe russe, proteggendo e nutrendo la sua bambina.
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Immediatamente il simbolico scatto ha rapito l’attenzione di Maryna Solomennykova, illustratrice e artista ucraina, che ha voluto riprodurre la foto con la sua arte: ha così disegnato la donna che allattava la sua bambina, scrivendo sui suoi social “Le donne ucraine sono le più coraggiose e forti”.
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Questa rappresentazione grafica a sua volta è divenuta virale, attirando persino l’attenzione e l’interesse dei sacerdoti mugnanesi, tanto da portarli a richiedere una copia all’artista. La stampa è oggi esposta nella Chiesa di San Biagio di Mugnano di Napoli ed è divenuta motivo di culto e pellegrinaggio.
Proprio a tal proposito il sindaco del comune a nord di Napoli, Luigi Sarnataro, ha commentato orgoglioso l’accaduto, ricordando la grande solidarietà mostrata dai suoi cittadini agli ucraini: “All’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, la nostra comunità si è contraddistinta per la generosità e la solidarietà verso i rifugiati. Amministrazione, Asl, scuole, associazioni, parrocchie, semplici cittadini: tutti noi abbiamo aperto le nostre porte alle famiglie ucraine in fuga, cercando di donare loro un minimo di serenità o quanto meno un luogo sicuro dove vivere. Non è un caso quindi che la Nostra Signora di Kiev sia arrivata sul nostro territorio, poiché da qui parte un modello di accoglienza nella speranza che gli ucraini possano un giorno tornare nella loro patria libera o, se vorranno, costruirsi una vita nuova qui”.