Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi, ha dato il via libera alla proroga dello stato d’emergenza per intervento all’estero in relazione alla guerra in Ucraina.
Come si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi: “La proroga è volta a continuare a garantire le attività di soccorso e assistenza alla popolazione, nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, sul territorio dell’Ucraina e dei Paesi limitrofi interessati dall’emergenza”.
Tale stato d’emergenza era stato dichiarato attraverso la delibera del Consiglio dei Ministri del 25 febbraio 2022. Nell’art.1 del provvedimento in questione, infatti, si legge: “E’ dichiarato, per tre mesi dalla data di
deliberazione, lo stato di emergenza per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina”.
Lo scopo, dunque, è quello di agevolare ‘l’attuazione degli interventi urgenti di supporto alle attività di soccorso ed assistenza’ alla popolazione colpita dal conflitto. In vista della scadenza, prevista per il 25 maggio, la misura è stata prorogata ma non è ancora chiaro per quanto tempo sarà in vigore. Bisogna, tuttavia, sottolineare che lo stato d’emergenza per intervento all’estero si differenzia dallo stato d’emergenza umanitaria deliberato il 28 febbraio, sempre in relazione alla guerra in Ucraina.
Lo stato d’emergenza umanitaria ha lo scopo di assicurare il massimo aiuto all’Ucraina, ancora una volta incrementando le misure di soccorso ma anche inviando mezzi militari o stanziando aiuti. La misura prevede anche una maggior flessibilità nella gestione delle risorse energetiche, permettendo di autorizzare in anticipo l’introduzione di provvedimenti di aumento dell’offerta e/o di riduzione della domanda di gas in casi di emergenza. Inoltre era già stata fissata la validità per tutto l’anno: sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022.
Entrambi i provvedimenti sostanzialmente non introducono quasi nessun cambiamento per la vita dei cittadini e nulla hanno a che fare con lo stato d’emergenza per covid, varato al fine di contenere la diffusione del virus e non più in vigore dallo scorso 31 marzo.