In vista della sua partecipazione alla cerimonia del Giuramento di Ippocrate, prevista per lunedì 30 maggio al teatro Augusteo, l’attore Carlo Verdone ha colto l’occasione per parlare del suo legame con la città di Napoli.
Saranno circa 800 i giovani medici pronti ad entrare in servizio e a rendere indimenticabile il loro giuramento sarà anche la presenza di Verdone che nei diversi ruoli interpretati sul grande schermo ha saputo sottolineare pregi e difetti dei camici bianchi.
“Ho un grosso debito di riconoscenza con i medici napoletani che hanno curato me e la mia famiglia più volte e lo hanno fatto molto bene. Li devo ringraziare. Mi sono innamorato della medicina per il dottor Gerardo D’Agostino, napoletano doc, oncologo che lavorava al Regina Elena. Ti guardava, ti testava e ti dava la diagnosi. Infallibile. Negli anni Sessanta e Settanta ne ha risolti tanti di problemi a casa Verdone” – ha raccontato Verdone in un’intervista rilasciata a ‘Il Corriere del Mezzogiorno’.
Napoli riveste un ruolo speciale anche per le sue origini: “Mio padre per anni ha cercato tracce di mio nonno a Caserta, Napoli, Nola. Un giorno un signore mi manda la foto di un monumento ai caduti e nella lista dei nomi c’è Oreste Verdone. La lapide è a Pozzuoli e da lì è partito tutto”.
“Abbiamo scoperto da dove veniva mio nonno morto nella prima guerra mondiale e rintracciato i suoi documenti. Ancora Napoli, evidentemente è destino e io devo molto a questa città. Abbiamo scoperto anche dove era stato ucciso, io e mio figlio siamo andati sul San Gabriele, vicino Gorizia, per ricordarlo” – ha continuato.
“A Napoli vengo spessissimo e con grande piacere. Mi piace tutto, anche il mangiare. Poi a volte lo faccio anche per lavoro visto che De Laurentiis vuole stare vicino alla squadra e non si schioda da lì. E’ una città che mi ha dato la possibilità di far conoscere un altro Verdone, quello che ha una grande passione per la fotografia”.
Quanto alla possibilità di interpretare personaggi napoletani ha risposto: “No, non mi permetterei mai. Per Napoli e il napoletano ci vuole rispetto. Io non sarei mai in grado di parlare il dialetto”.