Dall’amore all’odio. Tutto in un’estate di 6 anni fa. Gonzalo Higuain, attualmente all’Inter Miami, ha parlato ai microfoni di TyC Sport. Ed è tornato su uno degli argomenti che più hanno segnato la sua carriera calcistica: il trasferimento dal Napoli alla Juventus nell’estate del 2016. Un passaggio di squadra che molti hanno interpretato come un vero tradimento. Infatti nell’intervista si sofferma anche su questo punto.

L’ ‘odio’ dei tifosi del Napoli nei confronti di Higuain

L’argomento più scottante: “La rabbia, l’odio e gli insulti dei tifosi del Napoli? Tutto torna indietro nella vita, ho segnato 6 gol in 8 partite contro di loro”.

Basta un attimo per passare dall’amore incondizionato della piazza partenopea ad un odio profondo. Tutto per un trasferimento avvenuto all’improvviso. Ricordiamo tutti il dito puntato contro Aurelio De Laurentiis dopo il suo gol segnato nell’ex San Paolo da avversario, accompagnato dalla frase “Es tu culpa”.

Il trasferimento alla Juve

Poi Higuain parla del suo trasferimento nell’estate del 2016: “È stata una decisione molto difficile perché sapevo tutto ciò che avrebbe comportato, ma non ho mai avuto dubbi. Avevo appena segnato 36 gol e, nonostante avessimo una squadra fortissima che giocava benissimo a calcio, non riuscivamo a vincere lo scudetto. Ho percepito una strana sensazione nel mio corpo, cos’altro avrei potuto fare?”.

L’attaccante argentino è anche orgoglioso di aver spinto i bianconeri a pagare una grossa cifra per assicurarsi le sue prestazioni: “Mi hanno pagato 94 milioni di euro, è stato un onore. Inoltre, ho avuto la possibilità di giocare la finale di Champions al primo anno, l’unica della mia carriera”.

Higuain è stato il pilastro del primo Napoli di Sarri. Purtroppo gli screzi con la società hanno spinto l’argentino a prendere una strada diversa. Il Napoli però è riuscito ad andare avanti anche senza di lui. Dopo aver stabilito il record di 36 gol in Serie A in una singola stagione con la maglia azzurra, nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo del genere. Eppure c’è stato.