Il tribunale di Bari ha condannato una ex titolare di un centro estetico, una 56enne, imputata per lesioni personali per aver aggredito una dipendente che, dopo tre mesi di lavoro, avrebbe richiesto gli stipendi dovuti ma non ancora incassati. A renderlo noto è Il Corriere del Mezzogiorno.
Stando a quanto emerso, la lavoratrice si sarebbe recata dalla titolare pretendendo di essere pagata per il lavoro svolto nei tre mesi precedenti. A quel punto, tuttavia, anziché ricevere gli importi dovuti, la dipendente sarebbe stata aggredita, sia fisicamente che verbalmente, spinta con violenza contro un muro per poi essere colpita con schiaffi, calci e pugno, riportando un trauma cranico, ferite e lividi al volto e al braccio, oltre ad un dente rotto.
Nel corso del processo l’imputata ha negato di aver aggredito la donna dicendo di essere stata lei stessa la vittima di quella violenza. Il Tribunale, valutando anche i referti medici, ha valutato credibile il racconto della lavoratrice che ha ottenuto un risarcimento dei danni con 5 mila euro di provvisionale. In precedenza le era già stata riconosciuta una somma dal Tribunale del Lavoro di Bari per i mesi di lavoro portati a termine senza retribuzione. L’ex titolare, invece, è stata condannata alla pena di 6 mesi di reclusione.
Si tratta dell’ennesimo episodio che punta l’accento su quell’emergenza lavoro sempre più diffusa al Sud Italia. Soltanto poche settimane fa era scoppiato il caso di Francesca Sebastiani, la ragazza di Secondigliano che denunciando l’offerta di un negozio, tra orari massacranti e paga da fame, si è fatta portavoce di una situazione generale, diventata quasi insostenibile.