Morte Angelo Vassallo: chi sono i due carabinieri coinvolti nell’omicidio
Lug 29, 2022 - Claudia Ausilio
Tra i 9 indagati dell’inchiesta della procura di Salerno per l’omicidio di Angelo Vassallo ci sono anche un colonnello e un ex carabiniere.
Morte Angelo Vassallo, chi sono i due carabinieri
Si tratta, secondo quanto riporta Ansa.it, del colonnello Fabio Cagnazzo e dell’ex carabiniere Lazzaro Cioffi, che era già indagato per il delitto ed è stato di recente condannato a 15 anni di carcere per concorso esterno in traffico internazionale di droga e altri reati. Cioffi per lungo tempo è stato collaboratore di Cagnazzo, che all’epoca dei fatti era comandante provinciale dell’Arma di Frosinone e di recente condannato in primo grado per i suoi rapporti con i trafficanti di droga del Parco Verde di Caivano.
La linea sulla quale si muove la Procura è che il sindaco sia stato ucciso per impedirgli di denunciare un traffico di droga che lui aveva scoperto e che aveva come terminale il porto di Acciaroli.
A marzo 2015 Bruno Humberto Damiani, 32 anni, detto il brasiliano per le sue origini sudamericane, è l’unico indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo per i suoi contatti con trafficanti di droga a Secondigliano. La sera del delitto, era con due persone ad Acciaroli. L’uomo venne poi scagionato anni dopo. Cioffi, dal 1991 fino a pochi mesi prima di essere arrestato nel 2018 ha lavorato nel nucleo investigativo di Castello di Cisterna, lo stesso di cui era a capo il colonnello Fabio Cagnazzo, che ha avuto una breve relazione con Giusy, una dei due figli di Vassallo. Cagnazzo venne indagato e poi prosciolto dai pm salernitani.
Perché fu ucciso il sindaco di Pollica
Una lettera anonima alla redazione della trasmissione di Mediaset ‘Le Iene’ nel 2019 tirò di nuovo in ballo il suo nome insieme a quello di Cioffi. La svolta con le perquisizioni e i sequestri eseguiti dai carabinieri del Ros nei confronti di nove persone arriva finalmente dopo 12 anni. Vassallo fu ucciso perché non voleva piegarsi alla camorra e aveva intenzione di denunciare il traffico di droga che gravitava attorno al porto turistico di Acciaroli di cui era venuto a conoscenza.
Secondo gli inquirenti l’uccisione del sindaco pescatore aveva un motivo ben preciso: “occultare e preservare un traffico di stupefacenti riconducibile ad un soggetto vicino ad organizzazioni camorristiche, in cui erano attivamente coinvolti i carabinieri Lorenzo Cioffi e Fabio Cagnazzo, e la famiglia Palladino”.