Intervistato da AdnKronos ha detto: ”La migliore pizza d’Italia costa 6 euro? Mi fa piacere ma noi giochiamo in un altro campionato. Io non ho pizzerie con i tovagliolini di carta ma ho ristoranti di lusso. Se mi avessero incluso nella categorie ‘pizzerie’ sarei molto incazzato. Mi sarai fatto depennare. Noi non c’entriamo niente con le pizzerie, noi siamo Crazy Pizza, l’unico brand italiano di pizza conosciuto nel mondo”.
”Le pizzerie sono quelle che si vedono in giro, ad esempio a Napoli – continua Briatore – Noi siamo tutt’altra cosa. Il nostro è un ristorante, abbiamo dei locali unici, molto di lusso ed esclusivi. Nei nostri locali c’è energia, c’è lo show dei camerieri e dei pizzaioli e poi c’è anche la pizza che forse è la migliore di Italia perché non ha lievito e quindi non ti fa gonfiare”.
Ecco dunque che, con la sua solita presunzione, l’imprenditore piemontese oltre ad affermare di fare la miglior pizza d’Italia critica gli altri. Avrà anche dei ristoranti di lusso, ma lusso o meno alla fine nel piatto il cliente trova una pizza ed è quella che giudica. Un contesto pregiato aggiunge valore, certo, ma le bocche e le pance dei clienti restano le stesse anche in una bettola. “È bello ma non balla”, si dice a Napoli l’apparenza non ha sostanza.
Non bisogna infine trascurare un elemento, ossia la presenza di ristoranti di lusso nella classifica snobbata da Flavio Briatore. Al 13esimo posto troviamo infatti Qvinto, ristorante romano di Ivano Veccia, pizzaiolo di Ischia noto per la sua La Capricciosa che può costare dai 16 ai 70 euro a seconda degli ingredienti usati. Il suo è un ristorante di lusso dove, però, viene rispettata la preparazione delle vera pizza napoletana. Insomma, Briatore può prendere spunto da numerosi esempi virtuosi: dovrebbe solo trovare la volontà e l’onestà intellettuale per migliorare.