E’ stato messo a punto in Campania il primo test in grado di rilevare il vaiolo delle scimmie: nato da uno studio del dottor Giuseppe Cardinale e del team di ricercatori del Sannio Tech di Benevento, sarà sperimentato sul campo all’ospedale Cotugno di Napoli.
La sperimentazione ha portato all’introduzione di due kit: il primo, per la diagnosi molecolare, con un procedimento a tratti simile a quello del covid, con tempi medio-lunghi; il secondo che fornisce la risposta in pochissimi minuti con l’impiego di un “pungidito”.
Il procedimento rapido consente di ottenere la risposta sul paziente attraverso due gocce di sangue prelevate mediante una piccola puntura al dito, sfruttando un metodo analogo a quello per determinare il livello di glicemia nel sangue nei soggetti diabetici.
Il test consente di apprendere se il paziente è affetto dal vaiolo delle scimmie ma anche se lo ha contratto in passato ed è guarito. Un modo veloce ed efficiente per monitorare la diffusione del virus che continua a registrare casi in Campania e, più in generale, in Italia.
“Stiamo lavorando sul vaiolo delle scimmie che sta avendo un’estensione sempre maggiore. Ci siamo concentrati sullo sviluppo di un test rapido che funziona dandoci la segnalazione degli anticorpi con immonoglobuline G ed M. Due informazioni che ci spiegano la presenza del vaiolo o il suo passaggio nel corpo. Se hai la G significa che hai avuto in passato il vaiolo delle scimmie, se hai la M che hai la malattia in corso. Se un paziente le ha entrambe vuol dire che la malattia c’è ma sta finendo” – ha spiegato il dottor Cardinale all’Ansa.
“In pochi minuti c’è la risposta ma resta comunque un test di uso professionale, non un autotest come quelli sul covid. Ora da metà agosto partono al Cotugno le prove sul campo che sono fondamentali per valutare le performance cliniche. Credo che in un mese e mezzo potremo avere la validazione del test dal Ministero e la sua diffusione in Italia” – ha concluso.