Preoccupa la situazione energetica in Italia dopo il taglio del gas da parte della Russia. Nonostante le misure adottate da alcuni paesi europei per fronteggiare la crisi, l’Italia ha provato a stilare un piano di riduzione dei consumi. A comunicarlo è stato il ministro per la transizione ecologica, Cingolani, che ha spiegato come sia necessario abbassare i termosifoni di un grado e un’ora in meno.
Misure che però secondo Assoutenti non sono sufficienti. In un comunicato, l’associazione spiega:
“Con gli stoccaggi e gli approvvigionamenti di gas attuali le aziende fornitrici non sono in grado di fornire il gas a tutti i propri clienti e riusciranno a coprire il fabbisogno energetico invernale per un periodo non superiore ai 45 giorni, dopo di che sarà il caos, con pesanti razionamenti, case gelate e stop alle attività per industrie e imprese.
Come noto i depositi di gas coprono il 20% circa del fabbisogno annuale del nostro paese, e attualmente gli stoccaggi si sono fermati a all’82,56%, circa 15 miliardi di metri cubi a disposizione di famiglie e imprese a fronte di consumi di gas che, nella stagione invernale, sfiorano i 400 milioni di metri cubi al giorno – spiega Assoutenti. Se da un lato la dipendenza dal gas russo è scesa dal 40% al 18%, dall’altro i prezzi altissimi e le strategie di diversificazione delle fonti di approvvigionamento avviate dal Governo (Algeria, Azerbaijan e rigassificatori), hanno permesso di sostituire solo 17 dei 29 miliardi di metri cubi di gas importati dalla Russia e bloccato il mercato del gas, perché le aziende fornitrici non sono in grado, tranne pochissime, di acquistare gas ai prezzi TTF e con le fideiussioni d’oro da pagare. I mancati acquisti a cui potrebbe aggiungersi un eventuale stop alle forniture da parte di Mosca, non permetteranno al paese di superare indenne l’inverno, e con le disponibilità attuali già a gennaio l’Italia andrà in default energetico“.
Come spiegato dal presidente Furio Truzzi:
“Il Governo deve dire la verità e fare una vera operazione ”glasnost” rendendo pubblico quanto gas le aziende hanno acquistato e a che prezzo, e dicendo chiaramente quale è la reale situazione del gas in Italia e le misure che intende adottare per far fronte all’emergenza. Il piano energetico di Cingolani appare invece fumoso e inadeguato ad affrontare in sicurezza il prossimo inverno, e non garantisce trasparenza su prezzi e approvvigionamenti a famiglie e imprese.
In tutto ciò nei prossimi giorni le aziende energetiche dovranno comunicare ad Arera le proprie disponibilità di gas, e scopriremo che molte di queste andranno verso il default e non saranno in grado di erogare gas ai propri clienti anche a causa dei prezzi insostenibili dell’energia. Di fronte a tale inquietante quadro crediamo siano necessarie misure straordinarie di solidarietà energetica volte a ridurre i consumi ed evitare la paralisi del paese, ad esempio si risparmierebbe il 20% del fabbisogno se si posticipasse di 15 giorni il periodo di accensione dei riscaldamenti, anticipandone lo spegnimento sempre di 15 giorni”.