Meteo – Dopo un’estate bollente, il caldo sembrerebbe non mollare la presa e, stando alle prime tendenze, sulla scia dei cambiamenti climatici in atto, potrebbe abbattersi sull’Italia anche ad autunno inoltrato, almeno fino al mese di novembre. A renderlo noto, all’Agi, è Antonello Pasini, primo ricercatore Cnr e docente di Fisica del Clima presso l’università degli studi di Roma Tre.
Quella del 2022 è stata una delle stagioni estive più calde di sempre con picchi di oltre 40 gradi che hanno caratterizzato il nostro Paese. L’ormai noto anticiclone africano, tuttavia, potrebbe continuare a colpire l’Italia mantenendo alte le temperature anche con l’arrivo dell’autunno.
A mettere in guardia la popolazione facendo il punto sugli effetti dei cambiamenti climatici in corso è il dottor Pasini che, in un’intervista rilasciata all’Agi, ha dichiarato: “Ci aspettano ancora settimane di caldo, almeno fino a novembre, con il rischio che l’infiltrazione di correnti fredde, che dovrebbe aumentare, porti a nuovi eventi estremi come grandini e alluvioni”.
Si tratta di previsioni a lungo termine che, vista la distanza temporale, non delineano un quadro certo ma le prime analisi sembrano già proiettate verso un’unica tendenza: “E’ ragionevole stimare, sulla base delle analisi anche del Centro Europeo di previsioni a medio termine, che le prossime settimane, fino circa a novembre, vedranno temperature comunque elevate, spinte all’insù dall’anticiclone africano. Questa se da un lato può essere una buona notizia per la questione dei riscaldamenti e il relativo problema energetico, dall’altro non è per nulla buona per quanto concerne eventi climatici estremi come grandinate e piogge torrenziali”.
“Con l’avvicinarsi dell’inverno si moltiplicheranno le infiltrazioni di correnti fredde e l’incontro di queste con il caldo accumulato, soprattutto nel Mediterraneo, rischia di dare origine a questo genere di fenomeni che minacciano settori economici come l’agricoltura e molte parti del nostro Paese a rischio idrogeologico” – ha continuato.
Cambiamenti che, secondo l’esperto, sono destinati a peggiorare nel tempo richiedendo interventi tempestivi: “Bisogna agire subito adottando ad esempio il Piano Operativo Nazionale, finché si ha la possibilità di limitare i danni. Inoltre, tutti noi, dai singoli cittadini fino ai diversi livelli di governo, dobbiamo fare la nostra parte per non giungere a scenari futuri in cui non potremo più adattarci, limitando le nostre emissioni di gas serra, prima di trovarci di fronte conseguenze devastanti”.