I tre fratelli indagati per la morte di Alessandro, il 13enne di Gragnano precipitato dal balcone, si sono detti estranei all’accusa di istigazione al suicidio. Per ulteriori verifiche attualmente i loro cellulari sono stati sequestrati. A renderlo noto è l’Ansa.
Oggi gli inquirenti hanno disposto il sequestro dei cellulari dei sei giovanissimi indagati per il decesso del 13enne. Stando alle prime ricostruzioni emerse sarebbe stata proprio l’ex fidanzata di Alessandro a guidare la banda di bulli insieme ad un’altra ragazza di 18 anni. Tra questi, anche cinque ragazzi imparentati tra loro.
Proprio i tre fratelli, due maggiorenni e una minorenne, accusati dai magistrati della Procura di Torre Annunziata di istigazione al suicidio, attraverso il loro legale, l’avvocato Salvatore Esposito, a seguito dei provvedimenti disposti, avrebbero dichiarato: “Finalmente capiranno che noi non c’entriamo nulla in questa dolorosa vicenda”.
Oltre al sequestro dei cellulari, è stata perquisita anche la loro abitazione, come spiega l’avvocato Esposito: “I militari hanno anche eseguito una perquisizione nell’abitazione della famiglia che ha dato esito negativo. I tre ragazzi che assisto si dichiarano estranei ai fatti e sperano che le indagini possano quanto prima chiarire le circostanze di questa dolorosa vicenda”.
Tutti gli indagati negano le accuse e si dicono stupiti della ricostruzione dei fatti che li vede protagonisti. Al contrario, alcune persone che conoscevano sia Alessandro sia gli altri ragazzi, avrebbero raccontato che oltre alle minacce subite ci sarebbe stato anche un pestaggio.
A tal proposito, trattandosi di minori, il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Giulio Pepe, ha raccomandato un atteggiamento cauto: “Sono notizie che vanno considerate come ipotesi. Per giunta, in taluni casi, siamo di fronte a minorenni, quindi soggetti che vanno trattati con tutte le tutele che il caso merita”.