Questa mattina, alle ore, si è ripetuto il miracolo di San Gennaro e, dopo il prodigio, con accanto l’ampolla del sangue sciolto, l’Arcivescovo di Napoli, Don Mimmo Battaglia, ha regalato ai presenti una bellissima omelia, diffusa dalla Chiesa partenopea.
“Sorelle e fratelli carissimi, ancora una volta ci ritroviamo insieme nel giorno natale del vescovo e martire Gennaro. Poco importa che il sangue si sciolga o meno: non riduciamo mai questa celebrazione a un oracolo da consultare! Ciò che importa davvero al Signore, ciò che ci chiede con forza il nostro vescovo Gennaro è l’impegno a scommettere sull’amore, a sciogliere i grumi dell’egoismo, a rompere le dighe che trattengono il bene lasciando che la linfa dell’amore, come il sangue, scorra nelle vene del corpo di questa città, fino all’ultimo capillare, donando a tutti speranza, fiducia, possibilità di riscatto e novità di vita” – ha esordito.
Ed è proprio sulla città di Napoli e sul suo popolo che ha concentrato l’attenzione, ricordando la canzone Magnifica gente del celebre film Scugnizzi: “Tanti anni fa, nella mia terra, vidi per la prima volta quel film. Ero diventato prete da un anno, già conoscevo Napoli ma poco. E gli scugnizzi a cui pensavo erano quelli che incontravo ogni giorno, giovani, adolescenti in difficoltà”.
“Non vi nascondo che in quest’ultimo anno e mezzo, passeggiando per le vie del centro storico o recandomi in visita nelle parrocchie, in carcere o nelle associazioni, tante volte mi è venuto in mente quel film. E, in particolare, incontrando tante persone, di ogni ceto e condizione sociale, spesso canticchiavo silenziosamente, nella mia testa, una canzone”.
Ha iniziato poi a intonare quel celebre ritornello: “Gente, magnifica gente, vicina e distante dalla nostra realtà. Gente, magnifica gente di questa città. Ma per i ragazzi che toccano il fuoco e possono bruciarsi, per questi ragazzi che stanno crescendo e vogliono imparare, per questi ragazzi he alzano le braccia e si vogliono salvare, ci sta tutta la magnifica gente di questa città”.
“Fratelli e sorelle, dobbiamo ammettere che a distanza di anni questa canzone è ancora tanto vera. Non vorrei risultare inopportuno nel pensare che dall’alto del cielo, osservando la condizione di tanti figli di Napoli, questa canzone non sia stata sussurrata anche da S. Gennaro! Sono certo che anche lui unisce la sua voce alla voce dei più piccoli per chiedere il miracolo della solidarietà, per invocare la liquefazione di quei grumi sociali” – ha continuato.
“Gente di Napoli, magnifica gente della mia terra partenopea, è solo dal sedersi insieme, dalla volontà di essere non solo l’uno accanto all’altro ma l’uno per l’altro che si può cambiare la cultura dell’indifferenza, dando vita a una rete educativa a maglie “strette”, dando così speranza al presente e al futuro di questa nostra terra”.
Invocando San Gennaro ha concluso: “Nell’amore che è più forte della morte, nell’amore che unisce cielo e terra, affido a te vescovo Gennaro la magnifica gente della nostra Napoli. Prega per noi Gennaro, prega per la tua Napoli, per i suoi figli più fragili, per chi é afflitto dalla fatica di vivere e corre il rischio di perdere la speranza. Serviti della tua Chiesa partenopea e delle tante persone mosse dal bene per porre segni concreti di vita, per afferrare la mano di chi non ce la fa, per dare vita a nuove primavere sociali”.