Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso del consueto aggiornamento alla cittadinanza, è tornato a parlare della guerra in Ucraina e del concreto rischio di un conflitto nucleare.
Il Governatore ha parlato della manifestazione di pace in programma a Napoli: “Abbiamo avviato una mobilitazione che dovrà concludersi l’ultimo fine settimana di ottobre con una grande manifestazione a Napoli. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una drammatizzazione inimmaginabile della guerra. La Russia ha proceduto all’annessione di 4 regioni ucraine ma soprattutto ha cominciato a circolare in maniera preoccupante l’ipotesi di utilizzo di armi nucleari. Due elementi che determinano una svolta profondamente diversa nella vicenda della guerra e ci obbligano a prendere delle iniziative di massa a sostegno della pace”.
“Quando si comincia a ipotizzare, non più come cosa teorica e lontana ma come ravvicinata, l’uso di armi atomiche vuol dire che davvero siamo arrivati a un passo dalla guerra nucleare. Nel corso della storia a volte per singoli episodi e quasi per forza di inerzia si è arrivati a conflitti spaventosi. Dobbiamo fare appello alla coscienza di tutti perché questo esito sia evitato”.
“La situazione è complicata, parlare di pace sembra improponibile. Dobbiamo porci l’obiettivo del cessate il fuoco di un mese in Ucraina. La guerra ha risvolti drammatici per morti e feriti ma anche per quanto riguarda la crisi energetica, economica e quindi sociale nei nostri Paesi. Abbiamo davanti mesi drammatici rispetto ai quali è necessario reagire e tentare di aprire varchi per un’iniziativa di pace”.
“Io credo che al punto in cui siamo arrivati l’Italia, il Governo e i partiti non possono essere più una appendice passiva della Nato. Abbiamo il dovere di reintrodurre nel linguaggio della politica la parola pace che è scomparsa e di dire al popolo italiano che tipo di obiettivo stiamo perseguendo. Stiamo arrivando verso una crisi sociale, produttiva, energetica drammatica e a un passo dalla guerra nucleare”.
“Quando vi sono le armi nucleari scompaiono i torti e le ragioni, i colpevoli e gli innocenti, rimangono soltanto i morti. Questo concetto deve essere assolutamente chiaro. Non possiamo andare avanti per forza di inerzia e senza parlare chiaro. Se l’obiettivo è la vittoria dell’Ucraina bisogna dirlo, parlando anche delle conseguenze. Immaginare una soluzione militare in Ucraina significa ipotizzare una tale disgregazione del mondo Ucraina-Russia da determinare una incontrollabilità dei processi politici e militari. Sarebbe davvero la fine del mondo”.
“Se l’obiettivo dell’Italia è quello della vittoria dobbiamo dire al popolo che siamo in guerra, non possiamo più vivere un’economia di guerra senza dirlo in maniera esplicita. Abbiamo la necessità di intervenire, mobilitare le coscienze e far capire a tutti che siamo a un passo dalla messa in discussione non solo dell’equilibrio energetico e del lavoro ma della vita delle nostre comunità, dei nostri figli”.