Gli appassionati di storia sapranno già di cosa stiamo parlando. Questo strumento dalle origini antichissime, incredibilmente diffuso nella nobiltà del XIX secolo, ha dato origine ad uno dei modi di dire più utilizzati dalle generazioni moderne.
Ma cos’è davvero “la piritera” (e/o Vanvera)? Basta soffermarsi un istante sulla radice della parola “piritera” per intuire quali fossero le sue funzioni. Conosciuto in letteratura e nel teatro con il nome veneziano “Vanvera“, questo oggetto nasce per attutire, mitigare e camuffare i problemi intestinali.
In origine la “Vanvera” (da cui nasce la diffusa espressione “Parlare a Vanvera”) aveva le fattezze di un uovo di ceramica o di legno dotato di due fori comunicanti. Questo oggetto, allora chiamato “Prallo” veniva utilizzato nei lauti pranzi dei Faraoni e degli Imperatori Romani. Era possibile inserire al suo interno anche erbe e spezie profumate. Solo molti anni dopo, nel 1600, tale oggetto fu riportato in auge dall’aristocrazia veneta, che ne fece un oggetto di culto per la nobiltà dell’epoca.
Un simile oggetto non poteva passare di certo inosservato nel Regno delle due Sicilie. Giunta a nel napoletano grazie all’intervento dei Principi Borbone che secondo svariate fonti storiche pare fossero affetti da problemi gastrici e intestinali, divenne secondo la lingua locale “LA PIRITERA“.
La “piritera” di forma allungata come una specie di piffero in ceramica (pare che i più famosi e ricercati fossero proprio quelli di Capo di Monte) veniva indossato sotto le gonne dalle donne o sotto il mantello dagli uomini. Dotato di un piccolo beccuccio nella parte anteriore, aveva una forma allungata dotato di un buco atto a lasciare uscire i gas intestinali.
Pare che la Piritera fosse molto utilizzata dal Principe, soprattutto durante le sfilate, il cui utilizzo alquanto bislacco continua a suscitare oggi una certa ilarità. Secondo alcune ricostruzioni storiche, sembra che egli amasse mettersi disteso nella sua portantina, con “piritera” alla mano, e amasse emettere flati che, una volta entrati nel “piffero”, lo facevano suonare come un flauto. Pare che il Principe amasse fare questa cosa in pubblico, in faccia alla gente che continuava a gridare ”Lunga vita al Principe“ o “Salute al Principe”.
Nel corso degli anni questo oggetto si è trasformato, ampliando le sue funzioni. Verso la fine del XIX secolo, assunse nuove forme e nuovi usi. Secondo le fonti storiche, sembra infatti che esistevano due tipi di “piritera“, quella da passeggio utilizzata di giorno, e quella da “alcova” (da camera) dotata di una particolare prolunga che dal letto arrivava alla finestra.
Tale oggetto pare fosse molto in voga tra le donne dell’epoca, soprattutto durante la prima notte di nozze. L’oggetto iniziò ad entrare in disuso nei primi anni del ‘900 per poi sparire completamente nel secondo dopo guerra.