Arco Borbonico, una struttura d’acciaio per sorreggere il “Chiavicone”: il progetto

Foto di Francesco d'Angelo


Arco Borbonico, presto il restauro. La struttura in pietra lavica costruita nell’Ottocento sulla colmata del lungomare fu distrutta da una mareggiata nello scorso anno.

Arco Borbonico, parte il restauro

Presto partirà il restauro che non solo permetterà di ricostruire l’arco ma anche di proteggerlo da eventuali crolli. Il progetto è stato affidato allo studio di architettura Warehouses Project che ha effettuato le analisi batimetriche e i rilievi con laser scanner 3D. Una struttura d’acciaio verrà realizzata entro la prossima primavera e permetterà di ricostruire sul modello dell’epoca l’arco borbonico, conosciuto anche come “Chiavicone”. Un approdo di pescatori che in realtà non era altro che la parte terminale della fogna cittadina.

Il progetto di recupero è stato finanziato con 550 mila euro dal ministero dei Beni culturali e coordinato da Autorità portuale (come società appaltante) e Soprintendenza archeologica. “Abbiamo cominciato con un’indagine utile alla redazione del piano di consolidamento — spiega Gianni Autiero dello studio Warehouses Project a ilcorriere.it —. Dopo le rilevazioni batimetriche con l’ausilio di sommozzatori, siamo intervenuti con il laser scanner 3D per ottenere una restituzione grafica dell’Arco attraverso l’elaborazione dati delle nuvole di punti, individuando così gli elementi lapidei distaccati al fine di una ri-apposizione nella fase di restauro“.

Struttura in acciaio per sostenerlo

I lavori di restauro sono diretti dall’architetto Luigi Rondinella della Soprintendenza e prevedono il recupero del materiale crollato e la sistemazione dei blocchi su una struttura in acciaio che servirà a sostenerlo.

Nella primavera del 2023 sarà quindi di nuovo visibile sul lungomare di Chiaia la struttura quasi uguale a quella originaria che Enrico Alvino realizzò nel 1872 per tre scopi diversi. L’Arco doveva proteggere dalle onde lo sbocco dello scarico fognario, poi fungeva da belvedere con gradinata tra la strada e il mare e come piccolo molo di servizio per le barche dei pescatori di Santa Lucia.

Nel 1844, durante il Regno delle Due Sicilie, l’architetto Bartolomeo Grasso progettò la sistemazione del tratto di spiaggia dove sfociava la fogna.


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