Restaurata la Chiesa di San Giovanni a Carbonara con affreschi e statue spettacolari

La tomba di Re Ladislao I nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara


Riapre restaurata la Chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli. Si tratta di una delle chiese monumentali più importanti della città, che nei secoli scorsi è stata protagonista della vita sociale e politica della città, tanto di diventare di fatto il Pantheon degli Angioini. Al suo interno vi è infatti la tomba di Re Ladislao I, sovrano morto prematuramente ed in circostanze misteriose, che stava portando avanti il progetto di unire l’Italia con capitale Napoli.

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Meraviglia a Napoli: restaurata e riaperta la Chiesa di San Giovanni a Carbonara

La Chiesa di San Giovanni a carbonara restaurata e riaperta

La Chiesa di San Giovanni a carbonara restaurata e riaperta

Questa mattina si è svolta la cerimonia di restituzione alla città di un tesoro così prezioso, ma troppo dimenticato. Lo splendido monumento gotico e rinascimentale vede risplendere nuovamente affreschi e sculture: oltre allo scalone monumentale e alla facciata, sono state restaurate le cappelle d’Eboli di Castropignano, Caracciolo di Vico e Somma, con il consolidamento del maestoso altare Miroballo che ha recuperato l’originaria policromia.


L’intervento su facciata, scalone e tre cappelle, appena concluso, faceva parte del programma dei 15 in carico al Provveditorato delle Opere pubbliche approvato dal Mibact di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La Chiesa di San Giovanni a Carbonara viene così restituita alla città. I lavori, dopo l’approvazione del progetto da parte della soprintendenza nel 2019, hanno avuto inizio nel marzo 2021 per concludersi nei tempi previsti.

san giovanni a carbonara affreschi

La Chiesa di San Giovanni a carbonara restaurata e riaperta

Sono intervenuti: il Parroco don Ciro Riccardi e con gli interventi dell’arcivescovo metropolita don Mimmo Battaglia, del sindaco Gaetano Manfredi, dell’assessore alle Infrastrutture del Comune Edoardo Cosenza, del soprintendente Abap (Archeologia, Belle arti e Paesaggio) Salvatore Buonomo, del direttore regionale del Demanio Mario Parlagreco e del provveditore alle Opere Pubbliche Placido Migliorino.


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