Il New York Times celebra la pizza campana ma critica il resto. Il prestigioso quotidiano statunitense ha inserito due pizzerie casertane su tre totali nel suo “Pellegrinaggio della pizza in Campania“.
Un viaggio nel gusto partito da Concettina ai Tre Santi a Napoli e conclusosi a Caserta con la pizza di Martucci e poi a Caiazzo con Franco Pepe. Nel reportage la pizza casertana viene paragonata alla Reggia come un’altra “maestosa anomalia” rispetto al resto. E’ il quadro disastroso che emerge dall’articolo, la pizza buonissima ma il contorno pessimo. Treni che sembrano “un giocattolo di latta” e strade “in rovinata” ridotte a “striscia commerciale di fascia bassa senza fascino“.
Nel suo reportage, Laura Rysman è giunta a Caiazzo a bordo di “un treno a carrozza singola che sembra un giocattolo di latta“. “La pizza è sempre stata considerata un fast food – ha detto il maestro Pepe – Ma questa è pizza slow food. Sapevamo tutto sull’impasto ma avevamo molto da imparare su ingredienti e ricette“.
“Materie prime superbe, cucina di alto artigianato, ricette ripensate. Il signor Pepe, un tempo assistente adolescente del padre pizzaiolo, ha rilevato la pizzeria con i fratelli alla morte del padre, ma si è separato dai fratelli nel 2012, ricostruendo un rudere di Caiazzo del 18° secolo come proprio ristorante dove avrebbe potuto coltivare la sua esigente ideologia della pizza“, è il commento della corrispondente statunitense.
“Il suo viale principale rovinato è diventato una striscia commerciale di fascia bassa senza fascino – si legge sul Times – eppure lungo questa strada si trova una meraviglia-anomalia incredibilmente maestosa. Una delle grandi meraviglie storiche tra le tante bellezze d’Italia, la settecentesca Reggia di Caserta – la risposta barocca napoletana del re di Borbone Carlo a Versailles – è tra le più grandi residenze reali mai costruite: 1.200 stanze di divinità più dorate e affreschi araldici di i sensi possono comprendere, affiancato da 300 acri di terreno ben curato, tra cui un giardino all’inglese con piante dell’intero mondo conosciuto“.
“All’inizio ero considerato un eretico per le mie tecniche, per i miei condimenti e per il mio approccio alla pizza – spiega Martucci a Rysman – Ma sapevo che usando estrema qualità e creatività, avrei potuto creare qualcosa di tutto mio. Questa è alta cucina applicata alla pizza”. Dopo l’assaggio la reporter commenta “Come la Reggia di Caserta, era tutto più di quanto i sensi potessero comprendere“.