Giannini e il legame con Napoli. La Repubblica ha intervistato l’attore Giancarlo Giannini che nella serie Sky in otto episodi “Il grande gioco”, di Fabio Resinaro e Nico Marzano, prodotta da Eliseo Entertainment, interpreta Dino De Gregorio, storico procuratore del calciomercato alle prese con la demenza senile.
“Ha un nome complicato, la demenza a corpi di Lewy, a momenti è lucido, in altri non controlla il corpo. Da attore è stata la cosa più complessa. Anche se vista l’età non è stato così difficile… Per il resto, di calcio non so nulla“, ha detto.
A febbraio Giannini sarà a Los Angeles per la cerimonia della stella sulla Walk of fame: “Ho avuto una nomination all’Oscar per Pasqualino sette bellezze, Lina Wertmuller era un genio, le devo tutto. La stella è un Oscar per sempre: per tutti i film, non per uno“, ha continuato.
“Vivevo a Napoli, – ha proseguito – non sono napoletano ma è come se lo fossi. Mario Ciampi, impiegato innamorato del teatro, che ha inventato molti attori, mi disse: “Ti preparo io”. Per me l’Accademia era quella militare di Modena. Partii per Roma, c’erano 900 aspiranti alla prova di ammissione per l’Accademia di arte drammatica. Fui l’ultimo dell’ultimo giorno”.
“Non ho paura della morte, mi incuriosisce ma vorrei vivere 700 anni per leggere quello che mi interessa. L’età invece mi dà fastidio, arrivano gli acciacchi. Non voglio sapere l’età di nessuno, neanche la mia. Dico: sono del 1942 fate i calcoli“, ha concluso l’attore.