Un terremoto di magnitudo 2.5, avvenuto la scorsa domenica, ha interessato l’area del cratere del Vesuvio e, seguito da ulteriori piccole scosse, ha destato non poche preoccupazioni tra la popolazione: di qui l’intervento degli esperti che hanno chiarito cosa succede e perché non bisogna allarmarsi.
“Questa sismicità sul Vesuvio si verifica periodicamente ed è legata alla dinamica del vulcano. Non ha le caratteristiche di un terremoto correlato alla risalita del magma. Chiaramente dobbiamo seguire la sismicità nei prossimi giorni per capire se ci saranno variazioni significative, ma allo stato francamente non ci sono novità rilevanti. Nulla di cui preoccuparsi o allarmarsi” – spiega, a Il Corriere del Mezzogiorno, il vulcanologo Mauro Antonio Di Vito.
“Il Vesuvio è continuamente sorvegliato in relazione a vari parametri: emissioni idrotermali, temperatura, composizione biochimica delle fumarole, inclinazione del vulcano. Utilizziamo vari strumenti, dalle telecamere termiche disse e mobili ai satelliti. Nessuno dei parametri che seguiamo ci suggerisce che in questa fase stia accadendo qualcosa che debba suscitare allarme” – conclude.
Sulla stessa scia il vulcanologo Giuseppe Luongo, ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che sottolinea: “Quella che si è verificata è una scossa solo un po’ più forte di quelle che avvengono normalmente, ma comunque modesta. Non ha un grande significato. Se guardiamo i bollettini mensili ci accorgiamo che da tempo il Vesuvio ha un’attività piuttosto bassa ed abbastanza costante. Non c’è tendenza pericolosa”.
Una ricerca scientifica pubblicata di recente su Science Advances , attraverso uno studio petralogico dei materiali eruttivi che forniscono informazioni sull’evoluzione del serbatorio di magma, ha concluso che una disastrosa eruzione del Vesuvio potrebbe avvenire ma non tra meno di mille anni: dovrebbe, dunque, trascorrere almeno un millennio. Al momento, infatti, il livello di allerta è di colore verde per cui la situazione non desta alcun tipo di preoccupazione.