Napoli senza alcun dubbio rientra le città più complesse e contraddittorie d’Italia. Non è una città semplice, tautomero immediata. Napoli va compresa, conosciuta e poi giudicata. Così come i napoletani, gente di grande cuore ed estrema cordialità, spesso però sprezzanti delle più elementari regole civili.
È un fatto di cultura. Forse non essendoci mai identificati in quell’Italia imposta contro la nostra volontà, non abbiamo mai abbracciato fino in fondo, neppure le sue regole e le sue leggi.
Non è difficile vedere a Napoli cose che non vedresti mai in nessun posto del mondo. Perchè Napoli è bellezza, calore e socialità, ma è anche ammassi di spazzatura agli angoli delle strade, è anche scippatori e malavita, ma chi ha imparato a conoscerla sa che questi sono aspetti di una realtà molto più grande e significativa di quella che solitamente viene prospettata. Non lo sanno però i turisti, troppo spesso imbrigliati in una maglia di paura e rifiuto creata da quel’estenuante gioco di luoghi comuni e “sentito dire”.
Come potrebbe mai un turista americano voler vedere Napoli se, sulla guida turistica più importante degli USA, la nostra città viene paragonata al Cairo o a Mumbai . La città più “sporca, inquinata e piena di criminalità d’Italia. Dove i vecchi governi hanno rappresentato un esempio di cui la mafia sarebbe fiera”. Perché questo è ciò che scrive di noi Rick Steves, una degli autori di guide di viaggio più eminenti d’Oltreoceano, così come riportato in un articolo di FanPage. Una guida che, più che una guida, sembra quasi essere un manuale di sopravvivenza.
È sconvolgente leggere cose del tipo “Supera la tua paura di essere gettato a terra o spogliato dei tuoi beni per parlare con la gente”, quasi come se stesse addestrando i turisti ad affrontare un “viaggio avventura”.
Come se non bastasse, dopo questa descrizione alquanto sui generis, Steves si lancia in una serie di consigli sconcertanti tipo:
Non da meno la descrizione che l‘autore fa della stazione centrale “piena di ladri che cercano come prede disorientati turisti con i loro bagagli.” Ma a rendere il discorso ancora più surreale è che tutte queste cose non gli sono capitate, ma bensì le ha sentite dire, come come ammette egli stesso: “Mentre io viaggio tranquillamente ed in maniera confortevole nella Circumvesuviana, ogni anno sento le storie di molte persone che vengono derubate sui treni.”
Senza voler assolutamente nascondere i problemi della nostra città, che sono tanti e di difficile gestione, continuo a fare la stessa considerazione: Camminando di sera per Roma, mi sono sentita spesso in pericolo, così come a Milano, eppure mi chiedo come mai Roma venga descritta come la Città Eterna, Milano come la Capitale della Moda e solo Napoli come la “Città degli Orrori“!