Ritorna a Napoli l’allarme stramonio negli spinaci: richiamato lotto di surgelati
Gen 30, 2023 - Claudia Ausilio
Spinaci surgelati stramonio
Spinaci surgelati stramonio. Ritorna l’allarme stramonio negli spinaci a Napoli. Borrelli: “Chieste verifiche. L’alimento è stato sequestrato e si è in attesa dei risultati delle analisi.”
Ritorna l’allarme della contaminazione delle verdure. A lanciarlo è un cittadino che si è rivolto al deputato dall’alleanza dei Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli: “L’altra sera mia mamma ha comprato degli spinaci surgelati in un supermercato nella Sanità ed è stata avvelenata riteniamo dalla pianta stramonio. Volevo diffondere la notizia tramite il suo prezioso lavoro sui social e anche al di fuori, perché il direttore del supermercato quando mia mamma ha denunciato la notizia le ha risposto dicendo: ‘Signora, volete i soldi indietro o un’altra busta?’ Vorrei ringraziare gli operatori dell’ambulanza che sono stati tempestivi nel soccorso, e che hanno dovuto fare 3 siringhe di adrenalina e 2 di bentelan. Inoltre è venuta a casa l’ASL ed ha sequestrato la merce e sono andati anche al supermercato interessato. Noi abbiamo deciso di sporgere denuncia”.
Spinaci surgelati stramonio: richiamato lotto
“Ci siamo messi in contatto con la direzione dell’ASL per richiedere approfonditi controlli per capire se effettivamente si tratti di stramonio o di un altro tipo di contaminazione e di rintracciare tutti i lotti interessati e sequestrarli. Bisogna essere assolutamente certi per evitare allarmismi e colpire gli eventuali responsabili.”- ha dichiarato Borrelli.
“La regione ci ha comunicato di aver attivato l’allerta e il SIAN e ha provveduto sabato al sequestro dell’alimento e a inviarlo allo zooprofilattico per le analisi. Si è in attesa dei risultati” ha concluso il deputato.
Nelle ultime ore, il ministero della Salute ha pubblicato sul proprio portale web la segnalazione per un lotto di spinaci non conforme ai requisiti di legge per poter essere commerciato ma che si trova già sugli scaffali dei supermercati.
Come si legge sul documento pdf messo a disposizione di tutti, il lotto incriminato è L2299C. La confezione è di 450 grammi con scadenza l’aprile 2024 e il motivo del richiamo è dovuto alla “presenza di corpi estranei simili al frutto dello stramonio”.
Intossicazioni da stramonio
Lo scorso ottobre ci sono stati dei casi di intossicazione registrati nei Comuni di Quarto e Monte di Procida e dalle analisi effettuate è risultato che la pianta velenosa ingerita dai cittadini non era la mandragora bensì lo stramonio.
Cos’è e come riconoscerlo
Lo stramonio è detto erba del Diavolo o pianta del Diavolo a causa dei sintomi che conseguono alla sua assunzione. Esso contiene un principio attivo, la daturina, che è un miscuglio di diversi alcaloidi del gruppo delle tropeine. È in grado di far sorgere eccitamento, delirio gaio o furioso, allucinazioni, vertigini e disturbi visivi. I sintomi hanno diversa intensità a seconda della sensibilità del soggetto. In piccole dosi si avvertono debolezza, mal di testa, sonnolenza. Nell’ambito di determinate religioni e culture è stato o viene ancora oggi usato all’interno di rituali sciamanici. In dosi eccessive però può causare convulsioni, coma, la paralisi della muscolatura respiratoria provocando la morte dell’individuo.
Lo stramonio cresce spontaneamente in terreni incolti, ma anche su muretti e margini delle strade. Le foglie sono generalmente di grandi dimensioni e di aspetto frastagliato. I fiori restano chiusi di giorno e si aprono durante la notte: sono bianchi con striature color porpora, hanno un odore intenso capace di attirare insetti per l’impollinazione, presentano cinque petali ampi fino a dieci centimetri. Il frutto ha l’aspetto simile ad una noce, ma ricoperta di spine, e all’interno presenta semi neri e rugosi. La fioritura avviene tra luglio e ottobre, mentre i frutti maturano tra ottobre e novembre.