Jabil ha sospeso per un mese la procedura di licenziamento dei 190 lavoratori che considera in esubero. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha diramato una nota in cui spiega: “Sospese per un mese le procedure di licenziamento dei 190 dipendenti Jabil, una boccata d’ossigeno per i lavoratori della multinazionale statunitense dell’elettronica con sede in Italia a Marcianise (Caserta). Dopo una lunga trattativa tra i sindacati e l’azienda, a seguito dell’intervento del sottosegretario del Mimit, Fausta Bergamotto, delegata ai tavoli di crisi sono stati ottenuti trenta giorni di tempo e tentare una ricollocazione dei lavoratori, che in questo mese avranno gli ammortizzatori della cassa integrazione”.
Questa mattina i lavoratori dello stabilimento Jabil avevano bloccato il casello autostradale di Caserta Sud, per porre l’attenzione sulla propria situazione. In virtù dell’accordo tra la società e il Governo, gli operai riceveranno la cassa integrazione per un mese in attesa di una sistemazione definitiva che, si spera, possa essere quanto più celere e soddisfacente.
La Fiom Caserta questa mattina ha scritto su Facebook: “Il lavoro è dignità e lo difenderemo con la lotta, le multinazionali non possono e non devono continuare a speculare sulla pelle dei lavoratori e sugli interessi del territorio. Le istituzioni regionali e nazionali devono intervenire per permettere alla Jabil, azienda leader mondiale dell’elettronica, di rilanciare il sito di Marcianise. Perché un’azienda americana che ha 250.000 lavoratori nel mondo con un fatturato di oltre 30 miliardi di dollari deve abbandonare il territorio?”.
La telenovela Jabil dura ormai dal 2019. La società americana ha annunciato la crisi dello stabilimento di Marcianise praticamente in contemporanea con quello Whirlpool di Napoli, parlando originariamente di 350. Attualmente, invece, l’azienda che produce componenti elettronici parla di “Scelta difficile ma obbligata, determinata dalla necessità di mettere in sicurezza lo stabilimento di Marcianise, assicurandone la sostenibilità economica così da poter salvaguardare i 250 posti di lavoro rimanenti”.