Portieri di quartiere a Secondigliano. Cosa fanno Antonio e Salvatore

Portieri di quartiere


Portieri di quartiere. Nasce a Secondigliano grazie alla collaborazione tra il Comune di Napoli e l’associazione Larsec la figura del portiere di quartiere. Si tratta di un progetto di utilità collettiva che vede impegnati da diverse settimane due persone. Si tratta di due percettori del reddito di cittadinanza che sono stati inseriti in questo progetto.

Portieri di quartiere. Cosa fanno

Sono armati di scopa, paletta e guanti. Ripuliscono Piazza Luigi di Nocera. Se ne prendono cura restituendo il decoro alla zona, spesso preda del degrado. Non solo. Offrono dei servizi simili a quelli che una volta erano ad appannaggio dei portieri dei palazzi: portano la corrispondenza, oppure i pacchi, custodiscono chiavi, ecc. ecco. I due, Antonio e Salvatore si sono guadagnati la fiducia delle persone che abitano in zona oltre a recuperare l’autostima andata perduta.

Percettori del reddito. Storie di chi vorrebbe lavorare

La storia e l’impegno di Antonio e Salvatore dimostra come non tutti i percettori del reddito di cittadinanza sono felici di ricevere un contributo mensile senza lavorare. Queste due persone amano il territorio dove vivono e si impegnano per tante ore settimanali. Una vicenda molto simile a quella che vi raccontammo un po’ di tempo fa. La storia di Marco, di Santa Maria Capua Vetere, percettore del reddito ma impegnato fuori alle scuole insieme alla polizia municipale ad integrare il servizio di ordine e sicurezza: «Spero che le condizioni lavorative possano cambiare per tutti. Non contratti stracciati, contrattini miseri nei diritti e nella paga. La speranza e il desiderio di lavorare ce l’ho, sono pronto a svolgere altre mansioni, non solo il fabbro. Chi ha voglia di lavorare, fa tutto. Chi è nato per lavorare, lavora. Ho conosciuto qualche percettore che si è adagiato sul sussidio e si è fermato. Io, invece, penso sempre che c’è bisogno di trovare il lavoro e lo cerco. La penso così. Chi sostiene che tutti i percettori non vogliono lavorare, sbaglia di grosso»


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