Napoli città di pace e solidarietà: cittadini in corteo invocano la fine della guerra


Questa mattina, a un anno esatto dall’inizio della guerra tra Russia e Ucraina, a Napoli è partita la grande Marcia per la Pace promossa dalla Comunità Sant’Egidio, il Comune partenopeo e la Chiesa di Napoli. Il corteo si concluderà in piazza Municipio tra testimonianze e Spettacolo della Pace.

Guerra, a Napoli la grande Marcia per la Pace

Da questa mattina tanti cittadini e giovani si sono riuniti in piazza Dante dando vita ad un corposo corteo che si è mosso tra le strade della città per invocare, a gran voce, la fine della guerra. Così Napoli, da sempre città dell’accoglienza e del dialogo, lancia un forte segnale di vicinanza all’Ucraina chiedendo la pace immediata.

Soltanto ieri sono stati gli esponenti della comunità ucraina a marciare da piazza Garibaldi a piazza Plebiscito per mostrare solidarietà ai loro concittadini e ricordare le vittime di questa pagina nera della storia del loro Paese.

“Per il cessate il fuoco. A un anno dall’invasione dell’Ucraina, riconfermiamo la piena solidarietà al paese invaso dalla Russia. Abbiamo accolto, dopo il 24 febbraio di un anno fa, profughi ucraini con grande disponibilità e generosità. Riconfermiamo questo nostro impegno, in modo particolare per le donne e i bambini” – ha scritto sui social il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.

“Abbiamo visto immagini di devastazione, di bombardamenti che hanno colpito militari ma anche la popolazione civile. E’ stato un vero e proprio bagno di sangue. E’ questo l’elemento che pesa di più sulle nostre coscienze, ed è questa la ragione per la quale abbiamo manifestato per il cessate il fuoco immediato nei mesi scorsi, accogliendo fra l’altro l’appello di Papa Francesco”.

“Sostenere il governo ucraino nella sua difesa dall’invasione è un dovere imprescindibile. Ma se non vogliamo che questa tragedia duri all’infinito e porti al rischio di una guerra nucleare, è tempo di promuovere con forza un’iniziativa per il cessate il fuoco immediato”.

“Un armistizio oggi non significa la soluzione del conflitto ma è il presupposto ineludibile per avviare una conferenza di pace nella quale coinvolgere anche altri Paesi, come la Cina e l’India, e nella quale affrontare e risolvere tutte le questioni aperte per il ripristino della legalità internazionale” – ha concluso.


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