Omicidio Cerciello Rega, condanne annullate. I familiari: “E’ morto per la seconda volta”


Svolta nel processo per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere dell’Arma ucciso a Roma nel luglio del 2019 mentre cercava di fermare due rapinatori: la Corte di Cassazione, accogliendo le tesi della difesa, ha annullato le condanne nei confronti di Lee Elder Finnegan e Gabriel Natale Hjort, accusati di averlo accoltellato. Ci sarà un appello bis per rivalutare le posizioni dei due americani.

Omicidio Cerciello Rega, annullate le condanne

I due imputati, che all’epoca dei fatti avevano 19 anni, erano giunti a Trastevere per comprare della droga. Dopo un tentato acquisto, non andato a buon fine, rubarono lo zaino di Sergio Brugiatelli, l’uomo che indicò loro il pusher che avrebbe potuto rifornirli. I ragazzi minacciarono di restituire la borsa solo in cambio di 100 euro e della cocaina, così l’uomo richiese l’intervento del 112.

Cerciello e il collega Varriale giunsero sul posto per cercare di fermarli ma il vicebrigadiere fu colpito con 11 coltellate, morendo poco dopo in ospedale. I due si sarebbero identificati come militari ma la tesi difensiva degli imputati ritiene il contrario: i due americani non avrebbero capito di trovarsi di fronte a dei carabinieri.

La sentenza di condanna per Elder e Natale, rispettivamente a 24 e 22 anni di carcere, ad oggi è stata annullata per dare il via ad un nuovo processo di appello. Non è escluso che il nuovo processo possa portare ad un alleggerimento delle pene per entrambi.

Un duro colpo per i familiari della vittima che, a distanza di 4 anni, continuano a rivivere quel calvario. La vedova di Cerciello, Rosa Maria Esilio, subito dopo il provvedimento, come reso noto da Il Corriere della Sera, ha dichiarato: “Sono amareggiata e disorientata. Mi auguro che non passi il messaggio che in questa nazione, senza conseguenze concrete, si possa trascorrere le proprie vacanze portando al seguito armi, comprando droga e uccidendo servitori dello Stato”.

“Non riusciamo a capire, non potevamo aspettarci una decisione del genere. La sensazione che si prova è quella di rivivere la morte di Mario per la seconda volta. Sembra che ancora giustizia non sia fatta” – sottolinea Paolo Cerciello Rega, fratello della vittima, a Il Mattino.


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