Troppo spesso ci ritroviamo a parlare di degrado ambientale, di polluzione o più semplicemente d’inquinamento, sia che esso riguardi l’atmosfera, il suolo o le acque. E altrettanto spesso queste argomentazioni accompagnano o, peggio ancora, talvolta sostituiscono del tutto, l’immagine della città di Napoli, all’interno di una vera e propria trasposizione che ormai tende ad essere a tutti gli effetti, un diffuso luogo comune.
E’ pur sempre vero – e non era difficile prevederlo- che la città di Napoli si colloca al secondo posto nella classifica delle città più inquinate d’Italia. Era invece meno facile prevedere che la pole position fosse occupata da una città del Nord: Torino, segno che non sempre è possibile fare di tutta l’erba un fascio. Dunque è inderogabile per noi cittadini italiani, prendere le dovute distanze da una concezione oramai troppo diffusa secondo la quale una città sia buona o cattiva, efficiente o inattiva, produttiva o negligente.
Al posto di questa fanatica ideologia che vede tutto bianco o tutto nero, bisognerebbe lasciar spazio alla convinzione che ogni metropoli è un connubio perfetto di pro e di contro, di cose che funzionano bene e di altre che invece andrebbero migliorate. Ma ritornando alla questione Save the Environment si potrebbe snocciolare un decalogo per salvaguardare il pianeta lungo chilometri: niente di più semplice. Il problema è trovare qualcuno che ne rispetti ogni singolo punto alla lettera: nulla di più complicato. In realtà, tutti sembrano essere presi da una spasmodica passione per la sicurezza ambientale, per le iniziative ecologiche, e per i progetti volti a difendere la natura.
Ma dietro questo fiume cangiante di promesse e buone intenzioni, i fatti si riducono ad una misera pochezza. Nessuno vuole rinunciare alla comodità della propria auto per spostarsi da un posto all’altro, nessuno vuole rinunciare ad utilizzare di continuo lavatrice e lavastoviglie anche quando non è strettamente necessario, nessuno vuole prendersi la briga di separare la plastica dalla carta, e la carta dal vetro. Nessuno la smette di gettare in terra rifiuti e cartacce, lamentandosi di quanto sia inquinata e sporca la città in cui vive, ignaro di essere causa del suo stesso male. Nessuno la smette di scaricare nelle acque più vicine rifiuti tossici e altre sostanze nocive ma soprattutto nessuno si preoccupa di denunciare la situazione.
Probabilmente la spiegazione all’indifferenza di chi guarda e passa è una sola: tutte queste persone non hanno capito che il pianeta che ci ospita è uno solo, e che non ce ne sono altri; non hanno capito che in un futuro ormai prossimo i nostri figli si ritroveranno a raccogliere quello che noi stessi abbiamo seminato. E se saremo stati non dico ambientalisti ma rispettosi dell’ambiente, i giovani di domani non faranno altro che seguire il nostro buon esempio e imparare la lezione; in caso contrario, invece, ne seguiranno un altro di esempio, e ad essere sinceri quest’ultimo ha tutta l’aria di essere quello sbagliato.Per fortuna c’è qualcuno che di modelli positivi ne semina a destra e a manca. E’ il caso di Legambiente che in collaborazione con la Rai, organizza, ormai da 22 anni una grande manifestazione di volontariato ambientale. La stessa si terrà a partire da domani fino a domenica e vedrà la collaborazione di migliaia di volontari che si occuperanno di ripulire più di cento aree qui a Napoli. Un’iniziativa a cui aderire, insomma, affinché ognuno di noi, nel suo piccolo, ma al contempo in sinergia con l’altro, possa mostrare la propria riconoscenza verso la terra che ci ospita.