La città di Napoli e tutto il Mezzogiorno, l’ex Regno delle Due Sicilie, hanno legato in maniera indissolubile la propria storia alla dinastia dei Borbone delle Due Sicilie. Una famiglia che in appena 126 anni ha costruito e realizzato bellezze inimmaginabili, oltre a rendere florida una terra che ancora oggi gode degli effetti benefici di quel governo illuminato. Una terra che, se oggi può vantarsi di essere la parte più bella dell’Italia, fatta di monumenti e città d’arte, può farlo in massima parte proprio grazie a quel periodo storico in cui fu una nazione indipendente.
Abbiamo avuto la stupenda opportunità di fare alcune domande al principe Carlo di Borbone delle Due Sicilie, ancora legato alle sue terre e alla sua antica capitale sia come Capo della Casa Reale, il cui capostipite è stato Carlo di Borbone, sia come Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, promuovendo iniziative benefiche principalmente a Napoli e nel Mezzogiorno, ma anche nel resto dell’Italia e del mondo.
In che modo lei e la sua famiglia avete festeggiato lo scudetto?
Dedico da sempre un’attenzione particolare a quello che succede a Napoli, seguo la squadra del Calcio Napoli e ho trasmesso l’amore per i colori azzurri alle mie figlie e a mia moglie. Abbiamo atteso con ansia la vittoria di questo scudetto e lo abbiamo celebrato con le magliette indossate la sera del trionfo. Ho voluto anche nominare, in una bella cerimonia religiosa presso la cappella della Scuola Militare della Nunziatella, Cavaliere di Gran Croce di Merito il Presidente De Laurentiis e ho consegnato al Presidente e all’allenatore delle medaglie di benemerenza alla Società Sportiva e allo staff della prima squadra prima di Napoli-Inter (mi piace pensare che sia stato di buon augurio per la vittoria in quella partita). Molto emozionanti gli applausi della folla… e il mio pensiero commosso è andato ai tantissimi napoletani che hanno festeggiato in tutto il mondo.
In tanti, dopo questa vittoria, parlano di “riscatto” di Napoli e del Mezzogiorno
“Si tratta di un riscatto prima di tutto sportivo ma è sicuramente un segnale positivo anche per altri aspetti, che mi auguro siano affrontati proprio a partire da quella che fu la capitale di un regno antico. I segnali di risveglio culturale, del resto, si colgono nell’enorme interesse dei tanti turisti che affollano la città. Questa è una terra di straordinaria bellezza e la mia dinastia ha avuto il privilegio di governarla per 126 anni“.
Lei è il discendente di una dinastia che ha reso Napoli una grande capitale d’Europa. Oggi questo aspetto del passato è sempre più conosciuto ma bisogna sempre guardare al futuro. In che modo potrebbe o dovrebbe farlo?
“Il passato è importante ma è giusto pensare anche al futuro non dimenticando le proprie radici, la propria memoria. Penso, in questo senso, all’opera di ricerca e divulgazione promossa, fra gli altri, dal Movimento Neoborbonico. Occorre tuttavia perseverare se pensiamo alle accezioni negative che spesso ancora accompagnano l’aggettivo “borbonico” o agli episodi discutibili di cui ancora troppo spesso debbono soffrire gli abitanti del Mezzogiorno. Non solo la mia Famiglia ma tutte le dinastie che hanno governato l’attuale meridione d’Italia hanno lasciato in ogni città qualcosa da valorizzare dal punto di vista storico e turistico: scavi archeologici, musei, regge, castelli, chiese, palazzi monumentali. Esistono numerosi progetti di giovani impegnati in questo senso, ad esempio quello per il recupero dell’Albergo dei Poveri, per valorizzare le eccellenze del territorio. Sono segnali importanti”.
Qual è l’augurio che fa ai napoletani e a tutti i cittadini del Mezzogiorno?
“Il quarto scudetto e magari pure la Champions… Scherzi e calcio a parte, mi auguro un futuro degno del grande passato, il superamento della questione meridionale per un popolo che releghi l’emigrazione ai libri di storia. Io e la mia Famiglia cercheremo di dare sempre il nostro contributo per quanto possibile”.