Si celebreranno oggi i funerali di Silvio Berlusconi, l’ex Premier morto all’età di 86 anni, un personaggio dibattuto ma comunque molto amato anche a Napoli, la città che aveva rapito il suo cuore tra musica, sapori e modi di fare. Sono stati proprio alcuni imprenditori partenopei a ricordarlo e uno, in particolare, ha pensato di intitolargli una sala del suo ristorante.
“Non ho mai visto tanta gente al Plebiscito come quando arrivava qui Berlusconi. Napoli era un’amante per lui. In un’occasione. In un’occasione ci tenne a rimarcare che usava le nostre tazzine per bere caffè rigorosamente napoletano. La città lo abbracciava con un trasporto pazzesco quando veniva a farci visita” – ha raccontato Antonio Sergio, titolare del Gambrinus, in un’intervista rilasciata a Il Mattino.
Dal lungomare allo storico Gambrinus, non dimenticando Marechiaro e Mimì alla Ferrovia ma anche l’hotel Vesuvio: sono tanti i posti del cuore del leader di Forza Italia che più volte si è definito un “napoletano nato a Milano”. Lo ha fatto anche durante la sua ultima visita a Napoli, risalente al maggio del 2022, quando con la compagna Marta Fascina si è recato al ristorante Cicciotto.
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“Amava il borgo di Marechiaro. Lo scorso maggio mi colpì tantissimo per la sua generosità. Parlammo di un mio problema familiare, che riguarda mio figlio disabile, e lui mi offrì di andare a Milano. Avrebbe fatto tutto il possibile per curarlo al San Raffaele. Scelsi di non andarci ma la sua disponibilità mi toccò il cuore. Mi diede anche il suo numero di telefono” – ricorda Gianluca Capuano, titolare di Cicciotto a Marechiaro.
“Con mio padre Giovanni, suo coetaneo, cantò ‘O Sole mio e Malafemmina. L’ultima cantata in onore di Berlusconi. Restammo tutti affascinati dalla personalità di quest’uomo. Mangiò fritture fresche di gamberi e calamari, spaghetti con le vongole, babà e crostata di crema al limone”.
Altro tappa fissa di Berlusconi era da Mimì alla Ferrovia, il noto locale che di recente ha ospitato Sting e Bono Vox, che potrebbe dedicargli addirittura una sala. A confermarlo è il titolare Michele Giugliano: “Tra noi la chiamiamo già sala Berlusconi ma chiederemo l’autorizzazione per aggiungere una targhetta all’ingresso. Modificammo gli arredi di quest’area privata del nostro ristorante proprio dietro suo consiglio”.