Non solo spettacolare ma anche esempio di tutela e valorizzazione del patrimonio per il mondo intero, il Parco Archeologico Sommerso di Baia è il primo sito d’Italia nel suo genere a ricevere il prestigioso riconoscimento Unesco come “buona pratica”.
Soprannominato la “Pompei sommersa” per ricchezza di manufatti e storia, il Parco Sommerso di Baia rappresenta uno dei patrimoni più ricchi dell’area partenopea e non solo. Una meraviglia famosa in tutto il mondo al punto da spingere la BBC, tra le principali emittenti statunitensi, a dedicargli un intero servizio.
Il sito raggiunge ora un altro grande traguardo, imponendosi sulla scena culturale mondiale anche come modello virtuoso: è, infatti, il primo sito sommerso italiano ad essere iscritto nel registro delle buone pratiche dell’Unesco per la conservazione del patrimonio subacqueo.
Un risultato accolto con gioia dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che qualche giorno fa a Parigi, nell’ambito della riunione degli Stati Membri della Convenzione Unesco 2001 per la protezione del patrimonio culturale subacqueo, ha portato a casa l’ambito riconoscimento.
“Il sito italiano e partenopeo in particolare è stato riconosciuto tra le buone pratiche mondiali come modello, non solo di tutela, ma anche di gestione e valorizzazione di un patrimonio così particolare come sono i resti sommersi di età romana conservati tra Baia e Pozzuoli” – ha sottolineato Gianni Lepre, economista e consigliere del ministro Sangiuliano, con delega al Made in Italy.
“La nostra grande tradizione culturale e l’immenso patrimonio artistico e storico, anche sommerso, rappresentano un volano eccezionale per la nostra economia, soprattutto in questo momento storico. Infatti, a causa della guerra del cuore dell’Europa, i Paesi stanno scoprendo e nazionalizzando le proprie peculiarità, e noi, grazie alla grande intelligenza e sensibilità del ministro Sangiuliano, ci siamo ritrovati tra le mani un patrimonio che in pochi sospettavano essere tanto vasto e inestimabile“.
“Il risultato che abbiamo raggiunto in sede Unesco è stato reso possibile anche dal prezioso lavoro svolto dal Parco archeologico dei Campi Flegrei e della proficua collaborazione con i numerosi operatori che svolgono quotidianamente attività nell’area accompagnando migliaia e migliaia di turisti alla scoperta di questo paesaggio unico al mondo” – ha concluso.