Di Bello in peggio, adesso bisogna convincere di nuovo tutti che il gioco è pulito
Ago 28, 2023 - Stefano Esposito
Serie A 2023/2024, seconda giornata. Cercavo la parola giusta per definire l’errore dell’arbitro Di Bello in Juventus-Bologna. Per definire quello che lo stesso fischietto di Brindisi, bancario nella vita di tutti i giorni, in campo pare abbia descritto ai protagonisti come uno ‘spalla a spalla‘. Guardo e riguardo le immagini del contatto tra Ndoye e Iling, ma di tocchi tra le spalle proprio non ne riesco a scovare. Inquietante? Sicuramente, ma non è quello che ho provato guardando in diretta quella sequenza degli orrori. Perché inquietante è una cosa che non ti aspetti, a cui non sei abituato. Ci ha pensato l’amministratore delegato dei rossoblu Claudio Fenucci a trovare l’aggettivo giusto al mio stato d’animo: “Insopportabile“.
Di Bello in peggio, l’insopportabile errore in Juventus-Bologna
Esatto, perché è stato insopportabile assistere a uno scempio del genere inermi. E non fatico a pensare che sarà stato insopportabile anche per Thiago Motta e per il suo staff, vedersi arrivare incontro di gran carriera la giacchetta giallo ‘fluo’ del buon Marco per estrarre cartellini gialli e rossi come se fosse un vigile impazzito solo per distogliere l’attenzione dall’episodio ed acquisire l’autorità che gli serviva in quel momento per ignorare qualsiasi eventuale comunicazione con la sala Var occupata dalla coppia Fourneau-Nasca, in silenzio per necessità di sopravvivenza (masticavano entrambi un panino dalla crosta molto dura). Far riprendere il gioco più velocemente possibile, quello era l’obiettivo. Raggiunto alla grande.
Era evidentemente una responsabilità troppo pesante da assumersi, quella di fischiare un rigore contro i bianconeri a venti minuti dal termine con i padroni di casa già sotto di un gol. Avrebbe potuto compromettere in partenza il grande avvio degli uomini di Allegri, salvato come da copione dopo pochi minuti dal gol di Vlahovic. Il tecnico toscano pare sia entrato negli spogliatoi a fine partita come una furia, inveendo anche contro il direttore di gara. Come si suol dire, il mondo alla rovescia. Ad ogni modo c’era da aspettarselo: per tutta la settimana l’Italia non ha fatto altro che elogiare e sottolineare lo strapotere dei piemontesi dimostrato all’esordio contro l’Udinese, corazzata capace di subire tre gol nel solo primo tempo di cui uno dopo pochi secondi. La sensazione che qualcosa si stesse muovendo in direzione Torino si era avuta già lì, quando qualcuno ha iniziato a gridare in eurovisione che quello era stato il loro miglior avvio di stagione degli ultimi vent’anni. Addirittura: uno 0-3 su un campo modesto è diventato magicamente il miglior inizio del ventennio per una squadra che nel 2020 vinceva il nono titolo consecutivo. Potere del potere.
La cosa più difficile, dopo un’ingiustizia così palese, perpetrata davanti a milioni di persone, è mantenere la lucidità. Si, ma come? Come si può credere in un sistema che, come sottolineato anche dal sopracitato ds del Bologna, accetta un errore del genere con tutto quel popò di tecnologia a disposizione? Complicato, ingiusto vedersi recapitati d’improvviso la bollente palla dell’integrità morale e doverla ridistribuire per convincere di nuovo quelli che non ci credevano più e che avevano appena ripreso a farlo timidamente. Stamattina ho letto un titolo: “Furia Max”. Non: “Il rigore dello scandalo”, oppure “Var, dov’eri?”, o ancora “Di Bello in peggio”. “Furia Max”, in riferimento alla sfuriata del mister della Juve insoddisfatto dei suoi e dell’arbitro. “Furia Max”, non posso smettere di scriverlo. “Furia Max”. La Juve è furiosa. La Juve.