Il designatore degli arbitri di Serie A Gianluca Rocchi è stato intervistato nel corso di ‘Storie di Serie A‘, programma istituzionale che la Lega manda in onda su Radio Serie A in collaborazione con Rds. L’ex fischietto è tornato sull’episodio controverso di Juventus-Bologna, che ha destato un mare di polemiche riaprendo l’annoso dibattito relativo all’utilizzo del VAR. “Quando un arbitro sbaglia la prima cosa da fare è stargli vicino, ma il miglior modo per recuperarlo è mandarlo in campo il prima possibile. Con Di Bello ho già parlato e mi sembra che abbia superato il problema, poi è chiaro che le scorie rimangono perché il primo ad essere critico con se stesso è l’arbitro“.
“Tutti abbiamo sbagliato in carriera, ma ci vuole anche il diritto di poterlo fare. È chiaro che è difficile spiegare l’errore, ma non ho ricevuto alcuna pressione per tenerlo fuori. Gli stessi allenatori mi hanno detto che ho fatto bene. Le linee guida sono ben chiare da inizio stagione, dal confronto con gli allenatori ho preso tanti spunti e sono molto soddisfatto. Mi hanno chiesto di essere anche severi, ma giusti perché il buonismo non paga”.
Gli allenatori non vogliono che ad arbitrare sia il VAR: “Ai ragazzi ho sempre chiesto di decidere in campo, il Var è uno strumento straordinario ma che deve essere di supporto e non al centro della decisione. Come Aia dobbiamo lavorare ancora sulla comunicazione, che oggi è fondamentale per spiegare chi siamo e cosa facciamo ma soprattutto come lo facciamo“.
Migliore in campo, l’arbitro. “Il prossimo tabù da abbattere è che venga premiato un arbitro come migliore in campo, sarebbe una cosa bellissima. Mi piacerebbe molto perché sarebbe un riconoscimento alla categoria e alla nostra professionalità. A noi fa male quando si parla di malafede degli arbitri, ma per spiegare una decisione serve prima abbassare la tensione e non farlo a caldo. L’immagine dell’arbitro non è mai posta in modo positivo. È giusto che facciamo notizia quando facciamo male, ma è giusto che accada anche quando facciamo bene”, aggiunge il designatore.
Più arbitri donne: “Dipende dalle ragazze. Se arrivano tutte come Sole (Maria Sole Ferrieri Caputi,ndr) ne potremmo avere dieci. Sole è preparatissima, si è inserita nel gruppo in maniera straordinaria. Averne di risorse così. Ha arbitrato Fiorentina-Lecce, e Firenze non è un campo semplice, e vederla per le persone era normale. Ormai anche questa mentalità è stata superata”.
Il razzismo nel calcio. “Le persone che vanno allo stadio devono sapere che non c’è spazio per il razzismo nella società, figuriamoci in un posto dove ci si va per divertirsi. Siamo prontissimi a sospendere le partite. Ho chiesto a calciatori e allenatori di darci una mano perché gli arbitri sono concentrati sulla partita e magari non sentono“.