Torna l’ombra del doping sulla Serie A e sul calcio italiano. A riportare in prima pagina la piaga che ha segnato la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, falsando interi campionati e gettando fango sul pallone nostrano, è un calciatore della Juventus Football Club. Sembra di essere tornati indietro di vent’anni, e non è una barzelletta: nel 2023 un bianconero risulta ancora positivo ad un controllo.
Si tratta di Paul Labile Pogba, il calciatore più pagato del nostro campionato. In seguito ad un controllo effettuato il 20 agosto scorso, in occasione della prima partita stagionale disputata alla Dacia Arena e vinta dalla Juventus contro l’Udinese per 3-0, il calciatore sarebbe risultato positivo al testosterone. Secondo le prime indiscrezioni, Pogba rischierebbe fino a due anni di squalifica, che diventerebbero quattro se venisse accertata l’intenzionalità.
Il francese, che non era sceso in campo neanche per un minuto in quell’occasione, era appena rientrato dall’ennesimo infortunio, che a quanto pare deve aver curato con qualche ‘aiutino’ proibito. Proprio stamattina aveva dichiarato ad Al Jazeera “Voglio far rimangiare le parole ai critici e dimostrare di non essere debole. Non mi arrenderò mai”. E sul caso estorsioni che ha portato alla denuncia del fratello Mathias: “Ho pensato di non giocare più, il denaro cambia le persone e può distruggere una famiglia.
Il testosterone rientra negli steroidi androgeni anabolizzanti, ed è uno dei farmaci proibiti nella pratica sportiva ma di cui non possono fare a meno gli atleti con patologie endocrine come insufficienza surrenalica, diabete mellito, deficit di GH, infertilità maschile e femminile, ipogonadismo maschile e disforia di genere. I valori di riferimento del testosterone negli uomini variano a seconda dell’età. Dai 30 anni si comincia a registrare un calo fisiologico del testosterone.