Il caso Paul Pogba sta tenendo inevitabilmente banco da giorni, e si attende la decisione definitiva degli organi competenti per conoscere l’entità della squalifica (certa) e le eventuali contromosse della Juventus. Intanto, dopo la sospensione a scopo cautelare imposta dal Tribunale nazionale antidoping, in attesa delle controanalisi, il club bianconero potrà chiedere la sospensione dello stipendio, che porterebbe poi alla risoluzione del contratto nel caso in cui venisse squalificato.
Per ora il numero 10 della Juventus passerà dall’essere il calciatore più pagato a uno dei meno retribuiti dell’intera Serie A: solo qualche giovane aggregato alla prima squadra dei club di fascia bassa percepirà leggermente di meno. Il suo stipendio passerà dunque dagli 8 milioni annui attuali a 42.477 euro lordi annuali, che al netto equivarranno a circa 2 mila euro al mese.
Emergono dettagli inquietanti circa l’assunzione da parte di Paul Pogba del testosterone a cui è risultato positivo nel controllo antidoping avvenuto dopo Udinese-Juventus della prima giornata di campionato: pare che il calciatore abbia preso un integratore seguendo il consiglio di un amico, senza consultare i medici del club. Se fosse confermata la notizia, la società bianconera avrebbe tutto il diritto di adire le vie legali per tutelarsi nei confronti del giocatore. Che avrebbe, il condizionale per ora è d’obbligo, compiuto una vera e propria follia, considerando il suo valore e soprattutto essendo un professionista da tanti anni, che dovrebbe dunque essere erudito su tematiche così fondamentali come il doping.
Una mossa davvero poco intelligente da parte di Pogba, che ha aggravato irrimediabilmente la sua posizione e la cui squalifica inevitabilmente ridurrà al lumicino le possibilità di proseguire la propria carriera nei top club europei.