Dure parole di Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Regione Campania, nei confronti della serie Gomorra e di tutta la narrazione che continua a diffondere un’idea negativa del territorio campano.
Fulvio Bonavitacola è intervenuto all’evento Servizi in Rete Tour 2023, co-organizzato da Gori per raccontare l’impegno del Servizio Idrico Integrato al tempo dei cambiamenti climatici, che si è tenuto nella splendida cornice di Villa Campolieto ad Ercolano il 27 e 28 settembre.
Il vicepresidente Bonavitacola, parlando dal palco davanti ad una platea di operatori delle utilities, ha sparato a zero su Gomorra utilizzando parole che richiamano alla mente periodi poco felici della nostra storia. Facendo seguito all’intervento dell’amministratore delegato di Gori, l’ing. Vittorio Cuciniello, Bonavitacola ha commentato: “Io non so se il Sarno è il fiume più inquinato di Europa: vorrei vedere la classifica. Noi siamo abituati a crocifiggerci più del necessario”.
Un’iniezione di ottimismo per rilanciare l’immagine della Campania che, come egli stesso ricorda, in passato era relegata a semplice cornice per eventi organizzati da realtà di altre regioni. Oggi invece la realtà parla di una terra nel quale le aziende del territorio si mettono in gioco in prima persona per mostrare i risultati conseguiti nel miglioramento delle condizioni ambientali.
“Io avrei preferito ripristinare la censura ed evitare la trasmissione di fiction demenziali e devastanti come Gomorra, ma non mi occupo di questo“. Ancora una volta la serie nata dai racconti di Roberto Saviano, per i quali lo scrittore e giornalista vive da 17 anni sotto scorta, finisce al centro della discussione politica e comunicativa di una terra che vuole superare le letture della cronaca nera.
Bonavitacola ha tenuto fede alla malcelata idea di ripristinare una forma di censura nel suo operato, dichiarando poco dopo: “Siamo la terra dei fuochi? Io ho vietato in tutti gli atti amministrativi di usare questa espressione, perchè è un modo per prolungare una narrazione negativa di questa terra di cui ci dobbiamo psicologicamente liberare“. Come a dire che, se non se ne parla, il problema cessa di esistere con buona pace dei casi di sversamenti, sequestri e morti per tumori che continuano ad accadere.
Vietare parole e fiction è quindi un pensiero ricorrente di Bonavitacola, in carica dal 2015, per correggere l’immagine della Campania fuori dai confini e nella mente stessa di chi ci abita. Una rievocazione di metodi in voga negli anni bui del nostro paese, che rischia addirittura di alimentare un alibi per quanti giocano quotidianamente alla triste gara dello “sputtanapoli” e spingere un intero popolo (di elettori) a guardare il dito e non la luna.