Sulla situazione di elevata sismicità che sta interessando l’area dei Campi Flegrei, è intervenuto il ministro della Protezione Civile e Difesa del mare, Nello Musumeci che, durante gli ultimi incontri con esperti e rappresentanti delle istituzioni interessate, ha avanzato la proposta di delineare un intervento ad hoc con monitoraggi, esercitazioni e piano di evacuazione.
Si è tenuto ieri, a Roma, l’incontro tra Musumeci e i suoi collaboratori più vicini – in presenza del capo dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio, quello di Casa Italia Luigi Ferrara e il capo legislativo Francesco De Luca.- per una prima analisi delle misure preventive da adottare per fronteggiare il rischio sismico legato al fenomeno del bradisismo.
Tra le proposte emerse c’è innanzitutto quella basata sulla stesura di un piano straordinario di analisi della vulnerabilità delle zone edificate oltre ad una serie di interventi rivolti alla cittadinanza stessa, con un piano di comunicazione dedicato ed esercitazioni di protezione civile.
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“Sono soddisfatto del lavoro svolto e ci siamo confrontati tenendo conto delle esigenze e delle richieste avanzate dalla Regione e dagli amministratori locali, a partire dal sindaco di Pozzuoli, nell’incontro di Palazzo Chigi di due settimane fa. Adesso bisogna quantificare le risorse necessarie alla realizzazione delle iniziative programmate, immaginando, assieme all’impegno finanziario del Governo, una quota di partecipazione alla Regione Campania” – ha detto Musumeci a seguito della riunione.
“Stiamo accelerando al massimo. Sarebbe meno complicato se queste iniziative fossero state avviate quando si era in assenza di un fenomeno in evoluzione, come quello in atto. Purtroppo in Italia, si sa, la prevenzione dai rischi naturali, a tutti i livelli, rimane ancora uno strumento poco utilizzato. Noi andiamo comunque avanti ed anche celermente”.
A margine del raduno interregionale di Protezione Civile del Nord Italia, che si è tenuto a Milano nella sede della Regione Lombardia, Musumeci ha sottolineato: “Stiamo pensando anche ad un piano di evacuazione, tenuto contro del reticolo stradale di un’area di mezzo milione di abitanti fortemente antropizzata. Sono interventi che andavano fatti 30/40 anni fa ma ormai è inutile piangere sul latte versato. Dobbiamo metterci subito all’opera”.