In Campania c’è il Presepe Arcobaleno: senza San Giuseppe, con due mamme per Gesù


Un presepe insolito, probabilmente mai visto prima, è quello esposto nella chiesa dei santi Pietro e Paolo a Capocastello di Mercogliano, in provincia di Avellino, fortemente voluto dal parroco don Vitaliano Della Sala: una Natività che vede al centro una coppia di donne attorno al Bambino Gesù, simbolo delle cosiddette famiglie arcobaleno.

A Mercogliano un presepe arcobaleno: due donne con Gesù

Attraverso uno dei simboli del Natale napoletano, don Vitaliano, già conosciuto per il suo pensiero controcorrente, ha voluto celebrare l’amore inteso in tutte le sue forme, allestendo un presepe che, oscurando totalmente la figura di San Giuseppe, potesse dare spazio a ben “due mamme”.

Una famiglia? Tanti modi di essere famiglia. Nulla è impossibile a Dio. Il disprezzo, anche da parte della chiesa, contro le famiglie arcobaleno e la loro condanna a prescindere, senza una discussione, un confronto serio e onesto, è la pennellata di tenebra che contribuisce a dipingere la notte del nostro tempo. Perciò ci sono due mamme nel presepe: la luce del Natale quest’anno la vedo risplendere anche su queste famiglie colpite da critiche e condanne disumane e antievangeliche” – ha dichiarato il parroco.

“L’esclusione non è praticata solo nell’ambito della società civile, anche la Chiesa non di rado pratica l’esclusione, relegando ai margini autentici testimoni di Gesù Cristo che urtano il potere, che battono nuove vie, quelle strade su cui subito prendono a camminare gli ultimi, i poveri di Dio, e sulle quali inciampano, scandalizzati, i benpensanti”.

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Invece proprio la logica dell’inclusività è l’avvenire della chiesa: una chiesa che non emargina, non usa la pesante scure del giudizio contro nessuno, una chiesa degli esclusi e non dell’esclusione, capace di accogliere, di portare tutti in seno”.

Dal Regno di Gesù nessuno è escluso e ciascuno ha diritto di cittadinanza. Un Regno che non coincide per nulla con quelli terreni, che anzi capovolge la nostra concezione del potere. Un Regno senza confini certi e precostituiti dove la croce si trasforma in resurrezione, la morte ridiventa vita, dove i poveri sono beati. Regno dove il primo è l’ultimo, dove il padrone serve, dove l’Onnipotente si fa Onnidebole. Buon Natale e benvenuti in Galilea”.


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