È denominata Long Flu, la forte influenza stagionale che sta costringendo a letto milioni di italiani proprio a ridosso del weekend di Capodanno, manifestandosi con fastidiosi sintomi che possono trascinarsi anche per settimane.
L’aggettivo “long” sta proprio ad indicare la lenta guarigione: a differenza del classico malanno di stagione, la Long Flu potrebbe protrarsi anche per più di una settimana, fino ad arrivare addirittura ad un mese.
A confermarlo è il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario del Galeazzi – Sant’Ambrogio di Milano, che rivolgendosi all’Adnkronos Salute ha dichiarato: “La Long Flu può estendersi anche per 3-4 settimane. Un rischio sono sicuramente le complicanze batteriche, con una riduzione delle difese immunitarie che caratterizza la fase post-acuta”.
Quanto ai sintomi più comuni, oltre alla febbre, si segnala un senso di stanchezza e malessere generale, una sensazione quasi di “bastonatura” accompagnata da tosse, disturbi respiratori e raffreddore. Secondo l’esperto, in caso di simili spie, bisogna innanzitutto sottoporsi ad un tampone per escludere il contagio da covid-19.
Per i negativi il consiglio di Pregliasco resta “l’automedicazione responsabile in base alla tipologia dei sintomi. Il paracetamolo ha più un’azione antifebbrile, l’ibuprofene e altri principi attivi hanno un’azione antinfiammatoria trasversale utile anche contro la tempesta citochinica del covid, e poi antitosse e decongestionanti nasali”.
Intanto, aumentano anche i casi di bronchiolite in Italia, l’infezione virale che colpisce in particolare i bambini, soprattutto i neonati di pochi mesi. Secondo il dottor Andrea, componente del direttivo di Società Italiana di Neonatologia e responsabile della Terapia Intensiva neonatale dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, il picco di casi è previsto fra 2-3 settimane.
Generalmente, l’infezione si risolve spontaneamente senza problemi in circa 7/12 giorni ma in alcuni casi può essere necessario il ricovero, soprattutto in caso di forme abbastanza gravi contratte da bambini di pochi mesi o in presenza di pazienti nati prematuri. La cosa fondamentale è rivolgersi sempre al proprio pediatra di riferimento che potrà prescrivere i farmaci più adatti al decorso della malattia.