Si tratta di una barbara evoluzione di quella che era un’antica usanza, ossia quella di buttare via le cose vecchie e rotte per fare spazio al nuovo, simbolicamente le novità positive. Un’usanza carica di simbolismo, che non aveva nulla a che vedere con l’inciviltà e lo spreco a cui assistiamo ai nostri giorni. Anticamente non si produceva la quantità di rifiuti odierna, così come non esistevano rifiuti speciali, ingombranti, inquinanti, difficilmente smaltibili (plastica, elettrodomestici, ecc). Il mobilio, spesso di poco pregio, le famiglie lo facevano durare una vita intera. Negli ultimi decenni invece abbiamo trovato per strada perfino materassi, lavatrici, televisori, vetro, rifiuti organici, gli scarti del cenone della Vigilia di Capodanno gettati pericolosamente anche dai piani alti degli edifici.
In tale situazione diventa ancora più pericoloso il lavoro dei collaboratori ecologici che devono districarsi tra una quantità spropositata di rifiuti ed i botti inesplosi che mettono a rischio la loro incolumità. Nel passato non sono stati rari i fatti di cronaca dove i netturbini sono rimasti gravemente feriti nell’atto di pulire le strade.