Caso Ferragni, approvata la bozza del Ddl Beneficenza: attività sospesa a chi “imbroglia”

Concluse le indagini per truffa aggravata su Chiara Ferragni


Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi il Disegno di legge Ferragni, che prende le mosse dallo scandalo che ha coinvolto l’influencer lombarda e Balocco per la campagna Pink Christmas, il pandoro realizzato a Natale 2022 che avrebbe dovuto sostenere l’ospedale Regina Margherita di Torino, che però non aveva mai ricevuto la donazione. Un milione di euro giunto soltanto dopo la bufera. Nel frattempo sotto la lente dei magistrati sono finite anche le collaborazioni per la realizzazione delle uova di Pasqua con Giochi Preziosi e di una bambola con Trudy.

Approvata la bozza del Ddl Beneficenza o “Ferragni”: cosa prevede

La bozza di legge Ferragni è costituita da 5 articoli che vanno a disciplinare il modo in cui deve essere fatta la beneficenza.

Prima di tutto vi è l’obbligo di indicare sui prodotti la finalità dei proventi e il destinatario dei proventi. In secondo luogo l’importo totale o la percentuale dei guadagni destinati allo scopo. In caso di violazione sono previste sanzioni da 5mila a 50mila euro, con la sospensione dell’attività fino a un anno in caso di violazioni reiterate. Sul rispetto delle norme vigilerà l’Antitrust, l’autorità che ha sanzionato Balocco e Chiara Ferragni (attraverso le società a lei riconducibili) per lo scandalo pandoro.

Tra le informazioni obbligatorie vi è anche quella di definire e comunicare, prima della messa in commercio del prodotto, il termine esatto entro il quale verrà versato l’importo da donare in beneficenza. Entro tre mesi da quel termine, il produttore dovrà contattare l’Autorità e comunicare l’avvenuto versamento. Nei casi di minore gravità, comunque, la sanzione è diminuita fino a due terzi, mentre in caso di reiterazione è prevista la sospensione dell’attività per un periodo compreso tra un mese e un anno.

Le sanzioni accessorie: pubblicazione su siti e quotidiani

Le società sanzionate avranno inoltre l’obbligo di indicare sui propri siti ufficiali che sono state protagoniste della violazione, per un danno di immagine dunque non indifferente. Stesso obbligo anche per l’influencer che ha partecipato alla collaborazione. L’Antitrust potrà fare anche di più, nello specifico rendere note le sanzioni anche “su uno o più quotidiani, nonché mediante ogni altro mezzo ritenuto opportuno in relazione all’esigenza di informare compiutamente i consumatori a cura e spese del produttore o del professionista”.


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