L’ex presidente dell’INPS Pasquale Tridico in un’intervista ai microfoni di VesuvioLive.it ha fatto il punto sulla misura che più di altre ha segnato il suo incarico all’ente previdenziale: il Reddito di Cittadinanza. Ma l’occasione è stata proficua per una più profonda riflessione sul divario nord-sud, alla luce della recente abrogazione del RdC e della proposta di legge leghista sull’autonomia differenziata.
Una sala piena ha accolto a Torre del Greco l’ex presidente dell’INPS Pasquale Tridico durante l’incontro del 24 gennaio scorso: l’economista è intervenuto per fare il punto sulle misure di sostegno al reddito dopo il dietrofront del governo Meloni sul Reddito di Cittadinanza, introdotto proprio da Tridico sotto il governo Conte. “Siamo tornati ad essere l’unico paese senza uno strumento di reddito minimo per circa 600 mila persone, il che è veramente grave – sostiene l’ex n.1 dell’INPS – noi ci eravamo arrivati tardi nel 2019 e adesso con l’assegno di inclusione da una parte e lo strumento di formazione lavoro dall’altra si raggiunge circa la metà della platea che si raggiungeva con il RDC”.
“Vuol dire che l’altra metà, 600.000 famiglie e 900.000 persone, come dice Banca d’Italia, rimangono fuori e questo diventa un problema di grande coesione sociale irrisolto. A ciò aggiungiamo anche altre situazioni che si sono verificate con l’ultima legge di bilancio, che non ha tamponato problemi che riguardano l’inflazione, anzi ha peggiorato la situazione di alcune fasce riguardo all’incremento dell’inflazione”. Dati confermati, secondo Tridico, da tutti gli enti più autorevoli: “L’Istat oggi ci racconta una società più diseguale, una società soprattutto più povera con oltre 5,6 milioni di poveri”.
Una misura bersaglio, fin dalla sua nascita, da una propaganda bipartisan che, portando una narrazione nella quale i percettori erano fannulloni, ha cavalcato i numerosi casi di truffe e di furbetti che prendevano i soldi senza averne diritto: “Le posso dire che una delle misure più controllate, se non la più controllata in assoluto dall’INPS è proprio il RdC – dichiara Tridico – Grazie ai controlli ex-ante che facevamo sul reddito di cittadinanza, in quattro anni circa 3 milioni e mezzo di domande non sono state accettate. Ogni mese il 30% di domande veniva rifiutato. Questo ha fatto evitare pagamenti per circa 11 miliardi di Euro, grazie anche ai controlli incrociati che facevamo”.
“Di furbetti ne abbiamo presi tanti: il punto è che questi già non pagano le tasse. Ancora oggi sono evasori. Il fatto che si sentiva ogni tanto di frodi che venivano fatte era esattamente perché noi li perseguitavamo, con la Guardia di Finanza li riuscivamo anche a prendere: questo dimostra effettivamente l’efficacia dei controlli, non il contrario”.
Proprio tornando sulla propaganda che, in particolare, ha colpito negativamente le regioni del sud, nelle quali risiedeva la stragrande maggioranza dei percettori del RdC, Tridico difende: “Le disuguaglianze strutturali del nostro Paese non le scopriamo oggi con l’RdC, sono nel paese dall’Unità d’Italia almeno, anzi si sono fatte più profonde dopo ogni ristrutturazione, nel secondo dopoguerra ed anche nel primo. Al contrario, andrebbero perseguite in generale politiche di coesione strutturale per avvicinare i divari che ci sono tra nord e sud. Ma sembra che con l’autonomia differenziata queste differenze si cristallizzeranno, quindi non ci dobbiamo sorprendere se al sud c’è maggiore povertà, e quindi maggiori richieste di sostegno”.
Ed aggiunge: “Però non ci sorprendiamo quando il maggiore utilizzo di cassa integrazione, per esempio, va alle regioni del nord. Negli anni della crisi Covid, abbiamo speso 60 miliardi di euro in aiuti per prestazioni, cassa integrazione, bonus autonomi ecc.: il 70% di questi 60 miliardi sono andati al nord, e noi che facciamo? Continuiamo a dire che il 64% del RdC che impiegava 8 miliardi (quindi, in percentuale, 5 miliardi) andava al sud. Che cosa è più grande? Il 70% di 60 miliardi o il 64% di 8 miliardi?”.